“Siamo bombardati da mesi con quaranta morti al giorno
in televisione per le guerre, è un continuo richiamo alla morte”
Il caso del 17enne, reo confesso della strage
familiare avvenuta a Paderno Dugnano, sta continuando a creare accesi dibattiti
televisivi. Ed è proprio su questo proliferare di professionisti che vogliono
dire la loro che lo psichiatra e ospite fisso in tv, Paolo Crepet è sbottato.
Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera,
interpellato sul perché di tale gesto, Crepet ha spiegato che si tratta di una
domanda che va posta “all’Onnipotente. Criminologi e psicologi che rispondono a
una domanda del genere sono dei fanfaroni”, ha tuonato l’esperto che si è detto
invece preoccupato dall’indifferenza generale di chi quel ragazzino
avrebbe dovuto conoscerlo bene. “Quello che mi spaventa invece è come mai
non se n’è accorto nessuno”.
E ancora: “un ragazzino di 17 anni prende in
mano un coltello e fa una strage e non ci sono segnali? Stiamo scherzando?“,
ha osservato Crepet al quotidiano per cui il fatto è che “le famiglie non
funzionano, la scuola è abbandonata a sé stessa”.
Insomma, per il professionista “è la punta di un
iceberg. Lui l’ha fatto, mille altri ci hanno pensato”, ha sottolineato lo
psichiatra al Corriere della Sera. E tornando sulle parole rilasciate dal
vicino di casa della famiglia che aveva parlato di persone tranquille, Crepet è
stato categorico: “Questo è bestiale, è la controfirma di una civiltà morta.
Chi dice che era una persona meravigliosa uno che ha fatto una strage perché lo
dice? Ci è andato a bere un caffè alle otto? E cosa pensava gli dicesse, tra
dieci minuti ammazzo tutti?”, si è domandato l’esperto che ha colto anche
l’occasione per fare una profonda riflessione sulla società odierna: “Non
ci parliamo più, io non conosco nessuno dei miei condomini. È una comunità
sfaldata, una volta tra vicini ci si aiutava“.
E a chi gli fa notare la provenienza agiata della
famiglia massacrata che viveva in una zona di villette, lo psichiatra Paolo
Crepet ha aggiunto: “Perché Turetta dove abitava? Nel Bronx? Smettiamo
di parlare di ’famiglie per bene’, aboliamo questa dicitura”, ha osservato
l’esperto per cui a questo ragazzo di finire in carcere “non gliene frega
niente. Un’altra cosa che ci è sfuggita da Novi Ligure ad oggi, e son passati
più di vent’anni, è la questione social”, ha ricordato il professionista.
All’epoca di Novi Ligure “sono stato preso per i fondelli dicevano che
banalizzo soltanto perché chiedevo se in quelle famiglie – e all’epoca
non c’erano i social – alla sera, a cena, ci si chiede anche come va.
Figuriamoci oggi con i social”.
Per Crepet, infatti, i social network peggiorano la
situazione “di un milione di volte. Chi dice di no è in malafede. Un ragazzino
di 17 anni che si mette la ’vision pro’ sugli occhi è più o meno isolato? Ci
vuol Marconi per capirlo?”, “siamo tutti violenti, questa è una società
violentissima. A Torino hanno massacrato un signore che faceva le bolle di
sapone alla stazione, non è follia, è odio. È odio anche andare a 200
chilometri l’ora in auto con la propria fidanzata e finire contro un albero, se
ami la tua ragazza vai a 65 orari e le accarezzi la mano”. E conclude: “Siamo
bombardati da mesi con quaranta morti al giorno in televisione per le guerre, è
un continuo richiamo alla morte”, ha concluso.
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