Nell’ambito dell’ultimo Consiglio dei Ministri è stato dato il
via libera al nuovo DL Infrastrutture, all’interno del quale è previsto, tra le
altre misure, un primo stanziamento di 20 milioni di euro per avviare l’iter di
costruzione della nuova base NATO di Pisa. Le risorse
verranno prelevate dalle casse del ministero dei Trasporti. Della base si parla
sin dal 2022, quando l’allora primo ministro Mario Draghi e l’ex ministro della
Difesa Lorenzo Guerini avevano dato il via libera al progetto per decreto.
La popolazione locale si è mobilitata sin da subito contro la realizzazione della base, che dovrebbe sorgere all’interno dell’area verde protetta di San Rossore. Dopo l’ultima mossa dell’esecutivo, le associazioni sul territorio che da anni si battono contro il progetto hanno annunciato che daranno vita a nuove manifestazioni di protesta.
Nello specifico, all’interno dell’art.5 del decreto – in cui viene consentita la celere realizzazione di tre opere oggetto di commissariamento –, viene autorizzata “una spesa complessiva di 20 milioni di euro” per la nuova sede dei reparti di eccellenza dell’Arma dei Carabinieri, in particolare del Gruppo intervento speciale, del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti ‘Tuscania’ e del Centro cinofili, a Pisa, che viene individuata come “opera destinata alla difesa nazionale”.
La comunicazione è stata data alla cittadinanza dal gruppo
consiliare de Comune di Pisa Diritti in Comune, da sempre fortemente contrario
all’intervento. «Ad oggi non sappiamo quanto costerà complessivamente questa
nuova infrastruttura che servirà a rendere Pisa ancora di più uno dei
principali avamposti per la guerra del nostro paese, vista la
presenza di Camp Darby e dell’Aeroporto militare – ha detto il consigliere
comunale Francesco Auletta -. Una strategia di assoluta opacità che
caratterizza l’operato di Governo, Regione e Comune dai primissimi giorni». A
est della frazione di Tirrenia, infatti, sorge già una base militare, contro le
cui attività è nato il Movimento No Base, gruppo di cittadini che combatte
contro la “militarizzazione” della città. Il Movimento ha indetto un’assemblea
per il prossimo primo luglio, annunciando un’intensa mobilitazione che si
protrarrà nei mesi della stagione estiva. A muoversi sono anche il Comitato per
la difesa di Coltano e La Città Ecologica, che hanno puntato
il dito contro «il presidente della Regione, il sindaco di Pisa e il presidente
del Parco», che sulla realizzazione della base «hanno
sempre manifestato un’anomala consonanza di vedute», evidenziando che le operazioni
porteranno, fra le altre cose, allo «sciagurato abbattimento di 2.500 piante
d’alto fusto che potrebbe non essere neppure sufficiente».
La scelta di realizzare una
base militare all’interno del Parco, attraverso l’utilizzo dei fondi del PNRR,
era stata presa nel 2022 dall’Esecutivo guidato da Mario Draghi con
un decreto legge datato 14 gennaio 2022. Gran parte della base militare verrà
costruita all’interno dell’area Cisam a San Piero a Grado, nel cuore del Parco,
che copre una zona boschiva di circa 480 ettari. Nel 2021, quando il progetto
fu proposto, la Regione aveva chiesto al parco un parere in merito
all’edificazione delle aree da presentare al Comipar, l’ente chiamato a
decidere in materia di infrastrutture militari.
All’interno di questo documento erano state enumerate le diverse
criticità del progetto, tra cui spiccavano l’eccessivo consumo di suolo in una
“zona agricola di consumo ambientale” e l’elevata pericolosità alluvionale, con
il concreto rischio di smottamenti, nonché gli “irreversibili” danni causati al
territorio. Lo scorso settembre, il progetto ha però ottenuto l’ok dei sindaci
membri del Comitato del Parco di San Rossore, ma il via libera è arrivato
grazie al voto favorevole soltanto di 2 dei 7 componenti – i primi cittadini di
Pisa e Viareggio –, poiché due amministratori si sono astenuti e altri tre non
hanno nemmeno preso parte alla riunione.
Stefano
Baudino – www.lindipendente.online
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