(Adnkronos Salute) – In Italia mancano 30mila medici ospedalieri, 70mila infermieri e circa 100mila posti letto. E’ l’allarme lanciato dal Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri ed universitari italiani (FoSSC) che chiede alla premier Giorgia Meloni provvedimenti urgenti per salvare gli ospedali. L’obiettivo è porre un argine al progressivo depotenziamento della sanità. La crisi del sistema è nei numeri: in 10 anni (2011-2021 sono stati chiusi 125 ospedali, ben il 12%. Nel 2011, tra pubblici e privati, erano 1.120, per diminuire a 995 nel 2021, con un taglio più marcato per le strutture pubbliche (84 in meno). In un solo anno sono stati eliminati quasi 21.500 posti letto, incrementati solo per affrontare i mesi più duri della pandemia: nel 2020 erano 257.977, per poi scendere a 236.481 nel 2021.
Nel nostro Paese sono circa 130mila i medici specialisti
ospedalieri, 60mila in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. Si
assiste anche a un consistente esodo di medici neolaureati e specializzandi,
più di 1.000 l’anno, perché – denuncia ancora la FoSSc – all’estero gli
stipendi e le condizioni di lavoro sono nettamente migliori. In particolare,
nei Pronto Soccorso la carenza di personale è quantificabile in 4.200 camici
bianchi (in sei mesi, da gennaio a luglio 2022, se ne sono dimessi 600, circa
100 al mese). Altra carenza importante quella che riguarda circa 70mila
infermieri. E ancora: la previsione della spesa sanitaria sul Pil per il
2023-2026 registrerà già nel 2024 il ritorno al valore del 6,3% rispetto ad una
media dell’8,8% dei 37 Paesi dell’Ocse e del 10% circa di Francia e Germania.
Alla luce di questo scenario, oggi a Roma i rappresentanti
delle 30 società scientifiche riunite in FoSSC si sono rivolti direttamente
alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere la completa revisione
dei parametri organizzativi degli ospedali sanciti dal Decreto ministeriale 70
(DM 70 del 2 aprile 2015). “Vogliamo far sentire la nostra voce – afferma
Francesco Cognetti, Coordinatore del Forum -. Rappresentiamo i professionisti
che assistono i cittadini nei reparti. Il diritto alla salute è in grave
pericolo nel nostro Paese. La situazione degli ospedali è davvero pesante, non
più tollerabile e necessita di interventi adeguati e tempestivi”, ammonisce.
“La crisi del sistema ospedaliero, per le politiche
anti-ospedaliere dei precedenti Governi, paradossalmente ignorata dal Pnrr, è
innegabile – denuncia Cognetti in una nota – e ha raggiunto livelli di tale
criticità da creare per la prima volta in tutti noi un enorme problema
deontologico. Il ministro della Salute Schillaci sta facendo la sua parte ed è
finalmente in procinto di istituire un Tavolo tecnico di confronto sulle
criticità del DM 70 e del DM 77, che vedrà coinvolti, fra gli altri, autorevoli
clinici proposti dal Forum. Ma esiste un problema di risorse”, rimarca. “Non
siamo più disposti ad assecondare, a scapito dei nostri doveri morali, le
scelte politiche sbagliate che da anni, nostro malgrado, stiamo subendo come
medici, con conseguenze estremamente dannose per i nostri 15 milioni di
pazienti. Siamo sempre stati dalla parte dei malati e per nessun motivo
intendiamo venire meno ai nostri doveri nei loro confronti. Per questo
chiediamo al presidente Meloni di adottare provvedimenti urgenti”.
“Abbiamo appreso con estremo interesse le intenzioni del
Presidente del Consiglio di voler cambiare l’indirizzo e i campi d’applicazione
del Pnrr – affermano le società FoSSC -. Riteniamo che questa sarebbe
un’occasione unica per la sanità di impiegare una quantità cospicua di fondi
già devoluti alla medicina territoriale e destinati purtroppo a non raggiungere
i risultati attesi, proprio per l’estrema carenza di personale medico ed
infermieristico. Non bastano le 1.350 Case di Comunità previste dal Pnrr a
risolvere i problemi della sanità, se non si affrontano i nodi centrali della
crisi profonda degli ospedali e delle risorse per il reclutamento del
personale. Nel caso sia impossibile stornare queste risorse economiche dal
Pnrr, si dovrà necessariamente provvedere altrimenti”, sostengono.
E ancora: “Dobbiamo abbandonare definitivamente tutte le
politiche di deospedalizzazione che hanno colpito il settore negli ultimi 40
anni – sottolinea Fossc-. Bisogna assumere un numero consistente di medici ed
infermieri, per potenziare gli ospedali. Inoltre, va frenato l’esodo di
neolaureati, che per specializzarsi vanno all’estero, e il prepensionamento di
molti medici, cui vanno garantiti stipendi migliori per evitare, per esempio,
la fuga dai Pronto Soccorso. Va risolto anche il vergognoso problema dei medici
gettonisti, che rappresentano la risposta disperata a una drammatica carenza di
personale, ma in questa situazione anche ciò è difficilissimo. Va superata la
storica dualità fra ospedale e territorio, a favore di un unico sistema di
servizi interconnesso, continuo e complementare. Il vero e proprio ospedale
deve estendersi funzionalmente anche alle realtà sanitarie territoriali. Ciò
che è territoriale deve essere considerato pre e post-ospedaliero, in una
visione integrata delle due realtà. Ci auguriamo che il Governo ascolti i
clinici che ogni giorno curano i cittadini negli ospedali”.
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