Concorsopoli a Verbania, ecco di cosa è accusata la sindaca del Pd Marchionni
Scoppia la bufera al comune di Verbania per una denuncia presentata da una dirigente pubblica nei confronti della sindaca del Pd (al secondo mandato) Silvia Marchionni. La prima cittadina dei dem viene accusata per la gestione di alcuni concorsi pubblici. Stando alla denuncia visionata da Il Fatto Quotidiano, la sindaca avrebbe fatto pressioni su Antonella Mollia per far vincere una “sua” candidata a scapito di quella arrivata prima in graduatoria. Per questo la dirigente si ritiene vittima di mobbing e diversi altri reati, tra cui “minaccia, atti persecutori, diffamazione, lesioni personali, violenza privata, tentata induzione indebita, tentata concussione”. Contattata dal Fatto, Marchionni riferisce di aver appreso in quel momento l’esistenza della querela, riservandosi “ogni tutela legale” e dicendosi “non disponibile” a rispondere alle domande sul merito della questione.
Il sindaco – stando all’accusa – chiedeva a Mollia di “trovare una soluzione”, ma lei rispondeva che soluzioni non ce n’erano perché il concorso si era svolto regolarmente e il risultato era conforme alle valutazioni correttamente espresse dalla Commissione esaminatrice”.
Dopo diverso tempo in cui le due non si parlano – prosegue Il Fatto – la dirigente riesce ad avere un colloquio con la sindaca e, – stando alla denuncia – quando le chiede se il motivo del suo ostracismo stesse nel “rifiuto di pilotare il concorso”, la sindaca esclama che avrebbe dovuto vincere un’altra candidata e Mollia “non aveva trovato nessuna soluzione”. Che tipo di soluzione? Stando alla denuncia, l’esponente del Pd “ricordava le ipotesi che già aveva suggerito” alla segretaria generale: “Oltre alla soluzione di annullare il concorso, la possibilità di assumere la vincitrice per poi mandarla via dopo due mesi non facendole superare il periodo di prova”.
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