Manifestazioni, Fsp Polizia querela D’Orsi: “E la consigliera Noferi si dimetta. Se ci aggrediscono per strada è perché si trasmettono messaggi come i loro”
La Fsp Polizia di Stato ha dato mandato all’avvocato Pierilario Troccolo per sporgere querela contro Angelo d’Orsi che, intervenendo a Quarta Repubblica a proposito di quanto avvenuto in occasione delle manifestazioni pro Palestina di Pisa e Firenze, ha fatto esternazioni sugli appartenenti alla Polizia di Stato.
“Parole gravissime – replica ora Mazzetti – che riteniamo altamente calunniose, e lesive della dignità personale e professionale dei colleghi in servizio in quelle occasioni, ma anche di tutti gli altri, e che attraverso insinuazioni inaccettabili e scorrette gettano discredito sull’intera Polizia di Stato”.
D’Orsi ha affermato, fra l’altro, “… quando io vedo anche queste scene (riferendosi agli scontri di Pisa), quando vedo il poliziotto che manganella con il piacere di farlo, due cose mi vengono in mente. Uno, che in quel manganello c’è una sorta di rivalsa sociale verso lo studente, quasi di invidia: tu sei un privilegiato, stai studiando, io sto qui a farmi massacrare... La seconda è che tanto sovente quei poliziotti, e me lo dicevano nelle interviste che facevo tra il 1969 e il 1972, hanno assunto delle droghe, delle sostanze, per reggere, e questo però gli fa perdere anche i freni inibitori”.
“Oggi poi – incalza Mazzetti - non possiamo nascondere lo sdegno verso la consigliera regionale toscana del M5S Silvia Noferi che in sede istituzionale, e con un candore incredibile, ha affermato a proposito dei colleghi ‘avranno pure preso degli sputi ma io dico che forse se li sono anche meritati’. La consigliera dovrebbe dimettersi, perché per noi si è dimostrata non all’altezza di rivestire un incarico istituzionale”.
“I messaggi trasmessi da persone come D’Orsi e Noferi – conclude Mazzetti -, intrisi d’odio, di disprezzo, di ogni mancanza di rispetto sotto tutti i profili possibili, sono alla base della maggior parte dei problemi di ordine e sicurezza, e certamente delle aggressioni che il personale in divisa continuamente subisce”.
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