Cari lettori di TITOLOPRIMO PIEMONTE oggi siamo in compagnia di Pierpaolo Boschero direttore del Corriere di Carmagnola, noto mensile della città dei peperoni.
Ma non perdiamoci in chiacchiere andiamo a scoprire chi è questa figura carismatica di Carmagnola.
Pierpaolo Boschero davanti al suo pc nella sua redazione
- Buongiorno e grazie del
suo tempo. Chi è Pierpaolo Boschero?
Buongiorno e grazie per questa
possibilità. Pierpaolo Boschero è un carmagnolese da sempre ma immigrato da
Piasco, in val Varaita. Ho vissuto per 45 anni a Salsasio poi mi sono
trasferito in centro città. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1995
nella redazione della Voce del Popolo di Torino e nel 1997 è diventato
pubblicista. Ho collaborato con il settimanale Arcobaleno fino alla sua
chiusura e poi, insieme ad alcuni amici alla fine del 2000 abbiamo fondato il
Corriere di Carmagnola. Il giornalismo non è il mio lavoro principale, infatti
lavoro come dirigente presso una nota azienda di automazione industriale di
Carmagnola. Vivo con la mia compagna Elvira, ho due figlie, Greta e Beatrice e
un cagnolino, Pako.
- Quando hai deciso di
avvicinarti al giornalismo e fondare un mensile per Carmagnola?
Ho iniziato a scrivere sul
bollettino parrocchiale di Salsasio e di qui è nata la passione per il
giornalismo. Ho sempre avuto la necessità, più che la voglia, di raccontare la
realtà dei fatti andando in profondità alle questioni, senza guardare se questo
poteva dare fastidio a qualcuno. Infatti è proprio con questo spirito che
abbiamo fondato il Corriere di Carmagnola. Dopo la chiusura di Arcobaleno in
Carmagnola c’erano due mensili Free press e i settimanali Il Mercoledì e la
Gazzetta d’Alba. Mi sembrava che tutta una parte di “città” non venisse mai
raccontata dagli altri giornali: il lavoro delle associazioni, i problemi
profondi che viveva la città, la voce diretti di tutti i protagonisti della
scena pubblica. Insomma mancava un pezzo di città e di cittadini che, penso,
nelle pagine del Corriere hanno trovato spazio.
Il nostro è un mensile Free
Press e distribuiamo le copie in giro per la città e in quelle vicine. Io
personalmente distribuisco 1500 copie ogni mese e in una cascina di un borgo al
confine di Carmagnola lascio da quasi 25 anni una copia in una buca di una casa
dove non ho mai visto nessuno viverci. Ma il mese dopo la copia del Corriere
non c’è più. MI piace pensare che anche se non c’è più nessuno che vive li
qualcuno lo prenda ogni mese e lo legga…
- Quanti anni ha il
Corriere? All'inizio si chiamava Arcobaleno se non erro? Quali sono stati
i cardini per poter avviare questo progetto?
Come ti ho detto il Corriere
di Carmagnola nasce nel novembre 2000 e il suo primo numero è stato pubblicato
a dicembre del 2000: il prossimo anno festeggeremo il primo quarto di secolo.
Il Corriere non nasce come proseguimento di Arcobaleno, sono due esperienze
giornalistiche diverse. Nell’editoriale del primo numero ho ben spiegato perché
un nuovo giornale a Carmagnola: “Un giornale che non vuole fare la guerra a
nessuno ma che vuole portare il suo punto di vista, che vuole pensare che
esistano ancora persone che hanno nei loro cuori la certezza che continui ad
esistere la verità, anche quando la realtà sembra deludere la nostra speranza”.
Un progetto nuovo che è stato condiviso
con tanti amici, con tanti giornalisti alcuni dei quali erano colleghi con
Arcobaleno: Cristiana e Furio Cassinelli, Santi Maimone per fare alcuni nomi.
Loro hanno sposato la proposta editoriale che ho fatto e siamo ancora insieme
dopo quasi 25 anni. In redazione sono passati diversi giovani e meno giovani,
ma mai nessuno è andato via “sbattendo la porta”. Il tempo passa e le
situazioni cambiano e quindi i fatti della vita possono portare ad avere meno
tempo per dedicare a questa passione. Ma ci sono giornalisti come Maresita
Tagini che sono oltre 20 anni che collaboriamo o Sara Giraudi e Cristiano Sabre
che ormai sono oltre 10 anni di collaborazione. Oggi molti collaborano con noi
da Sara Martini a Simone Nasso a Max Rambaldi che collabora anche con la Stampa
di Torino. Insomma, un bel gruppo molto affiatato che tutti i mesi dedica una
parte del suo tempo libero per la passione per il giornalismo e per il progetto
del Corriere di Carmagnola.
il primo numero del Corriere nel dicembre 2000
- A quante copie stampate siamo ?
Siamo stati il primo giornale
ad uscire completamente a colori. Oggi stampiamo 16.000 copie che vengono distribuite
gratuitamente a tutte le famiglie carmagnolesi e a tutti i commercianti ed
artigiani della città e in 18 Comuni del sud della provincia di Torino e del
nord della provincia di Cuneo (Carignano, Lombriasco, Pancalieri, Casalgrasso,
Moretta, Murello, Monasterolo di Savigliano, Savigliano, Caramagna, Racconigi,
Pralormo, Villastellone, Ceresole d’Alba, Virle, Sommariva Bosco, Faule,
Poirino, Villafranca Piemonte) per un totale di circa 100.000 lettori
potenziali.
- Quale
intervista avresti voluto realizzare e non hai potuto farlo?
Avrei voluto intervistare uno
o due degli imputati del processo Carminius, ma purtroppo non è stato
possibile. Ero anche disposto ad andare nel carcere dov’era recluso in centro
Italia, ma non si è potuto fare. Avrei voluto sentire la loro opinione, cosa
avevano da dire.
Vorrei fare molte inchieste
sul territorio ma spesso manca il tempo. Ricordo quella fatta sui peperoni di
Carmagnola che non sono di Carmagnola e ora vorrei approfondire il tema
dell’inquinamento del sottosuolo carmagnolese, su quante persone si ammalano di
tumore a Carmagnola e perché, su quanti crimini avvengono in città per capire
se questa voglia di sicurezza è reale o indotta.
- La
vedi cambiata Carmagnola e il suo tessuto sociale? Se si come?
Carmagnola a mio avviso è una
città molto bella, con una storia importante, dove ci sono molte associazioni
che lavorano ogni giorno per gli altri, ma che fatica a diventare moderna. Ogni
borgo, ogni frazione è una città a se. Se abito a Salsasio o a s.Bernardo
difficilmente mi sposto per andare in centro. Infatti solo così si spiega come
mai il nostro centro cittadino si animi solo quando c’è qualche manifestazione
o la Fiera del peperone. Se si passa in un giorno qualunque o in un sabato o
domenica in cui non vi è niente di programmato, non c’è anima viva e i negozi
sono chiusi. Io sono di Saluzzo e alcune volte mi capita di andare nella mia
città natale: lì vedi, ogni giorno, gente che passeggia nel centro ed è seduta
nei bar e compra nei negozi. Un po’ come a Bra o Alba.
Purtroppo, nei decenni non è
riuscita a reinventarsi e ho paura che faticherà sempre di più.
- L'operazione
Carminius a Carmagnola quali ripercussioni ha avuto a Carmagnola? Secondo
te è finita in quella mattina del 2019?
Come i lettori del Corriere
sanno, ho seguito personalmente tutto il processo Carminius. Sono andato alla
prima udienza e ad alcune altre. Ho parlato con alcuni protagonisti, ho sentito
le testimonianze. Ho tutti i documenti del processo e pian piano li sto
leggendo. Devo essere sincero: non so cosa pensare. Mi sembra che la sentenza
abbia fatto emergere solo una parte della realtà. Sicuramente Carminius è
servito a svegliare le persone di Carmagnola che pensavano di essere immuni da
queste realtà malavitose. Tante sono state le vicende e tante le parole
profuse. A Mio avviso solo la storia riuscirà a dirci cosa sia veramente
successo e come si evolverà la questione. Alcuni personaggi si ergono a
paladini della giustizia, ma occorre scavare a fondo e capire il perché. Come
occorre capire perché solo il nostro giornale ha sempre messo in primo piano
questa vicenda mentre altri hanno taciuto.
- Il
miglior sindaco a Carmagnola chi è stato? E perchè?
Ho avuto a che fare con
diversi sindaci in 30 anni di giornalismo: da Giraudo alla Gaveglio, passando
per Elia, Surra e Silvia Testa. Ognuno ha pregi e difetti molto diversi tra di
loro. Ognuno è anche una persona molto diversa: con alcuni ho instaurato un
rapporto di amicizia, con altri la mia ricerca di dire la verità ha fatto sì che
ci scontrassimo. Anche in questo caso sarà la storia a giudicare l’operato dei
sindaci di Carmagnola, anche se vi sono alcune cose che proprio non mi vanno
giù, tra tutti la tangenziale. Alla fine degli anni 70 inizio anni 80 è nato il
progetto della tangenziale di Carmagnola che dal ponte del Po in direzione
Carignano doveva passare nei campi di san Michele, passare nell’attuale corso
Europa per immettersi in via Racconigi. Purtroppo interessi vari e campanilismi
lo hanno bocciato e non si è fatto nulla. Per queste scelte politiche oggi
siamo ancora qui ad aspettare quest’opera e ad assorbirci inquinamento acustico
e ambientale in tutta la città.
- Come
le vedi le prossime regionali in Piemonte?
Penso che le prossime elezioni
non ci diranno molte cose nuove. La vedo sottotono, dimessa quasi con una certa
rassegnazione. Ogni partito, ogni coalizione raccoglierà quello che ha seminato
in questi cinque anni condizionata da quello che è riuscita a comunicare agli
elettori. Servirebbe in Regione come a Carmagnola una nuova spinta, una nuova
voglia di costruire qualcosa di diverso, di più giusto e per il bene di tutti.
- Grazie
Pierpaolo per la tua pazienza e del tuo tempo.
Grazie a voi
per l’opportunità e per il tempo concesso. Mi scuso con i tuoi lettori se sono
stato un po’ lungo nelle risposte, ma sono fatto così: la sintesi non è il mio
forte.
Un
abbraccio a tutti e continuate a leggere il Corriere di Carmagnola anche perché
stiamo organizzando diverse iniziative per festeggiare i 25 anni del nostro
giornale. Iniziative che coinvolgeranno tutti i lettori.
©INTERVISTA REALIZZATA DA DIEGO BOTTIN RIPRODUZIONE RISERVATA
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