In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale, istituito nel 1978, sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia, con il rischio di perdere il carattere pubblico e universalista, secondo l’interpretazione più coerente dall’articolo 32 della Costituzione. Di recente, un appello di medici e scienziati ha sottolineato la necessità di porre rimedio a questa grave situazione.
Il documento è stato condiviso dalla Cia, che ha chiesto al Governo e al Parlamento di passare a un Piano straordinario di investimenti, quantificato nell’8% del Pil e finalizzato a intervenire sui maggiori problemi del Servizio. Tutto ciò prima che il progressivo definanziamento raggiunga il 6,2% del Pil previsto per il 2025, quando si sa come sotto il 6,5% i servizi essenziali non possano essere garantiti a tutti i cittadini.
Dice il direttore provinciale di Cia Cuneo, Igor Varrone: “Il nostro è un allarme per la mancanza di attenzione istituzionale sulla questione, che vede penalizzata soprattutto la salute dei più fragili, dei pensionati, degli anziani: in particolare quanti abitano nelle aree interne e rurali”.
Le vostre richieste? “Il Piano straordinario è fondamentale per l’adeguamento delle strutture ospedaliere e delle Case di Comunità. Vanno rafforzati i servizi territoriali e la sanità di prossimità; bisogna aumentare il personale sanitario, medici e infermieri; investire sulla prevenzione e sulle nuove tecnologie, come la telemedicina; sviluppare una sanità a misura di anziano”.
Inoltre? “Occorre attuare la Riforma della non autosufficienza, seguendo il vero spirito della Legge attraverso la tutela dell’accesso ai servizi di prossimità per tutti e il sostegno alle famiglie, riconoscendo il ruolo dei caregiver. Invece, anche su questo tema, pare si continui a procedere in direzione diversa”.
Il progetto legislativo sull’autonomia differenziata? “Non è di aiuto. In campo sanitario rischia di inasprire le differenze sull’efficienza dei Servizi Sanitari Regionali, aggravando i livelli di disuguaglianza sociale”.
In conclusione? “Il Servizio Sanitario Nazionale, con il suo carattere pubblico e universalista, è una delle più importanti conquiste sociali, di democrazia e del sistema dei diritti del nostro Paese. Non si deve mettere a repentaglio ciò che da sempre è garanzia di coesione sociale, rispetto dei diritti delle persone e futuro per la società e l’economia italiana”.
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