Un
terribile spettacolo quello che si è trovato davanti nella mattinata di venerdì
24 maggio a Mondovì Fabio Bruno, titolare dell’omonima azienda. Venticinque
pecore sono rimaste uccise nella notte tra giovedì e venerdì a causa
dell’ennesima aggressione da parte della fauna selvatica, in questo caso dei
lupi, ai danni degli allevamenti.
L’aggressione è avvenuta in
strada Rifreddo, vicino all’autostrada, a due passi dalle case e da un centro
commerciale. Nonostante le misure di sicurezza, tra cui un’alta rete, il branco
di lupi è riuscito a entrare nel recinto e a sbranare un gran numero di giovani
pecore di razza Sambucana, in gran parte gravide. Si tratta di un danno di
oltre 5000 euro per l’allevatore, ma risulta ancora più significativo se si
considera che la pecora Sambucana, autoctona della Valle Stura, è una razza
considerata a rischio con un numero ridotto di capi in tutto il Piemonte.
“Da specie gravemente minacciata,
il lupo non è più in pericolo di estinzione, anzi è una presenza sempre meno
discreta. Questa situazione sta incidendo seriamente sulla zootecnia, in
particolare su quella cuneese, provocando danni per la pastorizia e per gli
allevamenti tali da minacciarne seriamente la sopravvivenza, con gravi
conseguenze ambientali ed economiche. È del tutto evidente come i vari
strumenti di mitigazione proposti, dalle reti elettrificate ai cani da guardiania,
non siano in grado, anche laddove correttamente applicati, di prevenire
efficacemente i conflitti” dichiara il Presidente di
Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
“Dalle istituzioni serve
responsabilità nella difesa dei pastori e degli allevatori che, con un aggravio
di costi per gestire la difesa delle mandrie e delle greggi dai lupi,
continuano a presidiare con coraggio i territori, a mantenere la biodiversità
nelle aree pascolive, a conservare conoscenze e tradizioni secolari da cui
nascono prodotti che tutto il mondo ci invidia, e a garantire la bellezza del
paesaggio contro degrado, frane e alluvioni. La difficile situazione che gli
imprenditori agricoli vivono", evidenzia il
Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu, “non solo mette a rischio la sopravvivenza
della pastorizia, ma compromette la possibilità che nelle nostre vallate
permanga un tessuto sociale produttivo, con un danno rilevante per l’intera
collettività".
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