Fortissime grandinate hanno colpito la zona Sud e Sud Est della Città metropolitana di Torino. Gli agricoltori stanno segnalando danni chiamando gli Uffici Coldiretti di Zona di Chieri e Carmagnola.
Tra le colture più colpite il grano, che
proprio in questi giorni è in fioritura con gli altri cereali vernini come
farro e orzo; il mais, che dopo la semina stenta a crescere visti i continui
sbalzi di temperatura e soprattutto gli allagamenti dei campi; i prati stabili,
che ormai sono pronti allo sfalcio del fieno maggenco, ma gli agricoltori non
riescono a raccogliere questo prezioso alimento per i bovini perché è
impossibile entrare con i mezzi agricoli nei prati impregnati e trasudanti
acqua.
Il grano ha ormai la spiga formata che
deve essere ancora fecondata dall’impollinazione e il fusto già alto: la
tempesta di vento, la grandine e il forte peso di acqua alletta le piante che
poi rischiano di interrompere la crescita e di marcire al contatto con il
suolo. Un po’ la stessa cosa avviene per le erbe mature, fiorite e già al
massimo dello sviluppo. Invece, le giovani piantine di mais vengono soffocate
dall’acqua non più assorbita dal terreno o spezzate dal peso dei chicchi di
grandine. La stessa grandine che si accumula intorno ai fusti e sul terreno
sopra le radici ancora giovani crea un microclima invernale che può aggiungere
lesioni dei tessuti tipiche del gelo.
Danni si segnalano anche sulle ciliegie
ormai praticamente mature e sulle orticole come gli zucchini in pieno campo e
soprattutto agli asparagi che sono ancora in piena stagione di raccolto. Ma si
ha notizia anche di tunnel di serra scoperchiati.
Le aziende agricole che effettuano
sgombero neve sono state chiamate per sgomberare oltre 30 cm di grandine sulle
strade.
«Si ripete il copione del 2023 – osserva il presidente di Coldiretti Torino,
Bruno Mecca Cici – Quando abbiamo visto le grandinate sui nostri campi già
nei mesi primaverili. Per le nostre zone, i temporali con grandine erano
episodi non frequenti e confinati nei mesi tardo estivi. Da due anni
rappresentano un flagello con una frequenza martellante, con un’estensione
sempre più vasta dei singoli fenomeni e una quantità di grandine e una forza
dei venti che prima erano considerati eccezionali ma ora stanno diventando la
normalità in questo clima ormai praticamente tropicalizzato».
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