“La povertà oggi è ai massimi storici ed è da intendersi come
fenomeno strutturale del Paese”
Lo evidenzia il Report statistico Povertà 2024 di Caritas
italiana. “Le stime preliminari dell’Istat rilasciate lo scorso marzo, e
riferite all’anno 2023 – si legge -, attestano che il 9,8% della popolazione,
un residente su dieci, vive in uno stato di povertà assoluta”. Per quanto
riguarda, in particolare, gli anziani, nel 2023 le Caritas diocesane e
parrocchiali hanno incontrato e supportato 35.875 persone della terza età, pari
al 13,4% dell’utenza complessiva (considerando i soli centri/servizi in rete).
“Nel corso degli ultimi anni si è assistito a un netto aumento del peso degli
anziani che è passato dal 7,7%, del 2015, a oltre il tredici per cento del
2023.
“Crescono i senza fissa dimora”
“Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle
Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti al 19,2%
dell’utenza complessiva. Il valore risulta in crescita sia in termini assoluti
che percentuali: nel 2022 erano 27.877, pari al 16,9% del totale. Si contano
quindi 6.677 persone senza dimora in più rispetto al 2022 e oltre 10.500
rispetto al 2021”.
In un anno +5,4% assistiti in centri di ascolto
“Nel 2023 – si legge ancora -, nei soli centri di ascolto e
servizi informatizzati (3.124 in 206 diocesi in Italia) le persone incontrate e
supportate sono state 269.689. Quasi 270mila ‘volti’ assimilabili ad
altrettanti nuclei”. “Rispetto al 2022 si è registrato un incremento del 5,4%
del numero di assistiti, una crescita che si attesta su valori più contenuti
rispetto a un anno fa” ma “il confronto del numero di assistiti
2019-2023 è impietoso:+40,7%”.
Complessivamente – spiega il Rapporto dal titolo “La povertà in
Italia secondo i dati della rete Caritas – cala l’incidenza delle persone
straniere che si attesta al 57,0% (dal 59,6%), anche per il venir meno delle
presenze ucraine nel nostro Paese. Nel 2023 si abbassa la quota dei nuovi
ascolti che passa dal 45,3% al 41,0%. Si rafforzano invece le povertà
intermittenti e croniche che riguardano in particolare quei nuclei che
oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da
lungo tempo in condizione di vulnerabilità: una persona su quattro è infatti
accompagnata da 5 anni e più. Sembra mantenersi uno zoccolo duro di povertà che
si trascina di anno in anno senza particolari scossoni”.
Più a rischio famiglie con bambini
Per quanto riguarda il profilo di chi chiede aiuto, il Report
spiega: “Chiedono aiuto donne (51,5%) e uomini (48,5%). L’età media si attesta
a 47,2 anni (era 46 nel 2022). Le persone con domicilio rappresentano l’80,8%.
Alta come di consueto l’incidenza delle persone con figli: due persone su tre
(66,2%) dichiarano di essere genitori. In alcune Regioni l’incidenza dei
genitori risulta ancor più elevata, ad esempio nel Lazio (91%), in Calabria
(82,2%), Umbria (81,4%), Puglia (80,6%), Basilicata (79%) e Sardegna (75,3%).
Se si guarda alle famiglie con minori, queste rappresentano il 55,9% del
totale; in valore assoluto si tratta complessivamente di 150.861 nuclei, a cui
corrispondono altrettanti o più bambini e ragazzi in stato di grave e severa
povertà. Questo preoccupa e sollecita”
“Nascere e crescere in una famiglia povera – osserva Caritas –
può essere infatti il preludio di un futuro e di una vita connotata nella sua
interezza da stati di deprivazione e povertà, anche in virtù del nesso che
esiste tra povertà economica e povertà educativa. Tra gli assistiti Caritas
prevalgono le persone con licenza media inferiore che pesano per il 44,3%; se a
loro si aggiungono i possessori della sola licenza elementare (16,1%) e la
quota di chi risulta senza alcun titolo di studio o analfabeta (6,9%) si
comprende come oltre i due terzi dell’utenza siano sbilanciati su livelli di
istruzione bassi o molto bassi (67,3%)”. www.tgcom24.mediaset.it
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