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Comune di Cherasco – Località Cascina Marinetta, una cava abbandonata da anni: nessuna sicurezza, nessuna norma rispettata quanto al ripristino del terreno e una fidejussione di 903.000 € a favore del Comune, forse scaduta. UN PESSIMO ESEMPIO DI GESTIONE PUBBLICA

 


La Cava in località Cascina Marinetta del Comune di Cherasco è stata aperta nel 2015,

attivata e dopo poco tempo abbandonata. Attualmente risulta essere priva di parte della

recinzione prescritta, con conseguente possibilità di accesso a persone non autorizzate,

quindi esposte a rischi di possibili incidenti: chi ne sarebbe responsabile?

La ditta OMG Scavi srl di Verduno, titolare dell’Autorizzazione all’escavazione, da anni è

stata sentenziata fallita: ad oggi l’Amministrazione Comunale dichiara di essere all’oscuro

della situazione.

Gli Uffici della Provincia competenti ci hanno confermato che attualmente l'unico

responsabile della situazione è il Comune di Cherasco, ente che ha rilasciato

l’Autorizzazione all’apertura con Delibera n. 73 del 27/11/2014.

Questa è stata la procedura: l’OMG Scavi srl il 13.8.2012 presentò istanza alla Provincia di

Cuneo-Ufficio Cave- di pronuncia di compatibilità ambientale per l’estrazione in 10 anni di

511.800 mc. di sabbia e ghiaia da terreni a destinazione agricola in Località Cascina

Marinetta di Cherasco, su un’area di circa 180.000 mq. per una profondità massima di

circa 7 mt.: numeri poi ridimensionati nella fase di rilascio del parere di compatibilità.

Il Comune inizialmente si oppose al progetto, ma successivamente seguirono diversi

ricorsi al TAR. Questo, con le sentenze riunite del 10.10.2014, respingeva il ricorso del

Comune contro la Provincia ed accoglieva quello della OMG contro il Comune, intimando

quindi a quest’ultimo di concedere l’Autorizzazione.

Dalla documentazione disponibile risulterebbe che la gestione della fidejussione, come

parte integrante dell’Autorizzazione e, di conseguenza, legata agli sviluppi del fallimento,

come pure il controllo delle prescrizioni della Provincia, compreso il reintegro del terreno

allo stato iniziale del 2014, siano unicamente compito del Comune di Cherasco.

Al proposito l’Amministrazione a fine 2023 ha dichiarato testualmente di aver richiesto ai

proprietari dei terreni: - “chiarimenti e aggiornamenti mirati a mettere in atto interventi volti

al recupero ambientale dell’area interessata dalla coltivazione”, ma non abbiamo risposte

al riguardo -. (Sic)


La Delibera n.73/14, con cui il Comune autorizzava la cava nel rispetto delle 49

prescrizioni della Conferenza dei Servizi del 26.3.2013, era subordinata inoltre, secondo il

Parere Conclusivo dell’Ufficio Cave della Provincia, al rilascio di polizza fidejussoria di

903.000 € (come previsto dalle Prescrizioni Tecniche al punto n.43, con le condizioni di cui

al punto b) delle Prescrizioni Generali), “a garanzia in caso di fallimento della ditta o in

caso di problemi durante la coltivazione”. Nel medesimo punto è stabilito che l’Ente

beneficiario della medesima è l’organo competente a emettere l’atto autorizzativo, ossia il

Comune di Cherasco.

Essendo questo lo stato degli atti, ci chiediamo: come mai la solerzia, già dimostrata dal

Comune in fase istruttoria per cercare di stoppare il progetto, non ha visto per anni lo

stesso Comune presente nella fase esecutiva, nonostante la dettagliata lista di controlli

(Parere Conclusivo di cui sopra) che vennero assunti con la già ripetutamente citata

Delibera n.73/14 di Consiglio Comunale, quella che il 27/11/2014 che deliberò

l’Autorizzazione?

Nel complesso delle prescrizioni: a) si prevedeva che entro il 31 Gennaio di ogni anno la

ditta avrebbe dovuto presentare una nota sui lavori effettuati, b) si specificavano i materiali

da usare per il ripristino e il ritombamento, c) doveva essere effettuato il monitoraggio

trimestrale delle acque di falda. In ultimo, si precisava che: solo dopo la verifica congiunta

delle parti in causa (Comune e titolare dell’autorizzazione) dell’avvenuto ritombamento e

completo ripristino e la stesura del relativo verbale conclusivo, sarebbe stato possibile

liberare la garanzia fidejussoria.

A queste ulteriori domande, chi di dovere risponda: Chi paga ora il ripristino dell’area? La

fidejussione è ancora escutibile? Nel caso non lo fosse a causa del fallimento della ditta

concessionaria o per altri motivi al momento non noti, devono pagare i cittadini di

Cherasco? Quali sono le Autorità al momento responsabili della situazione? Il Comune di

Cherasco? Chi altri? Quali sono le competenze della Provincia? Sussistono eventuali

responsabilità in capo ai proprietari del terreno, dai medesimi dato in concessione alla

OMG Scavi srl e finora inerti?

I cittadini cheraschesi che ci hanno interpellato esigono risposte quanto mai urgenti e

chiare.


Cesare Cuniberto Silvio Veglio

per conto del Direttivo dell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero

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