La Commissione Sanità, presieduta da Luigi Icardi, ha svolto questa
mattina una serie di audizioni per approfondire il
tema degli algoritmi per il personale infermieristico che opera sulle ambulanze.
“È
necessario – ha
sottolineato Icardi in
apertura – trovare un
accordo e una soluzione, dal momento che undici regioni hanno già disciplinato
la materia e il Piemonte, con la Valle d’Aosta, è la sola del nord Italia a non
averlo ancora fatto”.
La prima
audizione ha coinvolto gli Ordini dei medici e delle Professioni
infermieristiche.
Il
presidente dell’Ordine dei medici di Novara Federico
D’Andrea, intervenuto con i presidenti degli Ordini di Asti Claudio Lucia, di Alessandria Antonello Santoro e di Cuneo Giuseppe Guerra, ha evidenziato che
il problema non è tanto legato agli algoritmi o agli infermieri, con i quali
c’è collaborazione, quanto al ruolo del medico e delle sue responsabilità
nell’ambito dell’emergenza.
“Il medico
che non vede e che non visita personalmente il paziente – ha spiegato – non può
prescrivere una terapia adeguata perché non lo consentono né la deontologia né
le leggi dello Stato. Non si può pensare, inoltre, che farmaci che non
possono essere somministrati da parte dei medici di medicina generale ma solo
da specialisti, possano esserlo dal personale infermieristico”.
“Un’alternativa
percorribile per risolvere in parte la scarsità di medici – ha aggiunto –
potrebbe essere incentivare l’utilizzo dell’auto medica per far fronte a quel
7-8% di interventi da codice rosso cui va garantita la presenza del medico”.
Il
presidente dell’Ordine degli infermieri di Torino Ivan Bufalo, intervenuto con i
presidenti di Novara e Verbania Paola Sanvito,
di Alessandria Giovanni
Chilin, di Cuneo Remo Galaverna e
di Vercelli Giulio Zella, ha
esordito sgombrando il campo dal pregiudizio che “gli infermieri abbiano
posizioni corporative o di protezionismo da difendere, perché la loro presenza
sulle ambulanze non è in discussione”.
“Gli
algoritmi – ha aggiunto – servono a mettere in sicurezza il lavoro degli
infermieri sulle ambulanze senza medico a fianco, a infondere sicurezza e
qualità nell’intervento fornito al cittadino e a uniformare le pratiche sul
territorio”.
“I problemi
– ha aggiunto – riguardano la residua responsabilità dei medici rispetto
all’applicazione dell’algoritmo, anche se il Dpr che nel 1992 ha istituito il
Sistema di emergenza sanitaria 118 dice chiaramente che l’infermiere può essere
autorizzato a somministrare i farmaci per via endovenosa in caso di pericolo di
vita sulla base di protocolli clinici stabiliti e validati dal direttore medico
responsabile”.
Sono intervenuti, per richieste di delucidazioni, i consiglieri Silvio Magliano (Lista Cirio), Daniele Valle, Gianna Pentenero (Pd), Roberto Ravello, Davide Zappalà e Gianluca Godio (Fdi).
Nella seconda audizione, il direttore di Azienda Zero Adriano Leli si è soffermato sulla funzione degli algoritmi “che, dettagliati e graficamente semplici, definiscono l’ambito di competenza degli infermieri e quando sia necessario contattare il medico della centrale, operativa 24 ore su 24”.
Carlo Picco,
commissario emerito di Azienda Zero, ha illustrato l’evoluzione dell’utilizzo
degli algoritmi in alcune regioni come la Lombardia e l’Emilia Romagna.
Gianluca
Ghiselli di Azienda Zero ha sottolineato come
l’auto medica possa rappresentare un’occasione d’intervento snello e in grado
di consentire di seguire più pazienti diversi.
Sono
intervenuti, per richiesta di chiarimenti, Valle (Pd), Paolo Ruzzola (Fi) e Godio (Fdi).
Nella terza
e ultima audizione Andrea
Andreucci, presidente nazionale della società scientifica degli
infermieri italiani d’emergenza (Siiet) ha sostenuto che “quella
dell’infermiere è ormai una professione indipendente che non ha bisogno di
supervisione ed è riconosciuta come figura in grado, se dotato di strumenti
operativi, di gestire il 97% delle richieste di soccorso che arrivano al 118”.
“Tutte le
proposte di legge in materia depositate in Parlamento – ha aggiunto – prevedono
l’uso dell’algoritmo del 118, una risorsa cruciale che aumenta le possibilità
di sopravvivenza dei pazienti”.
Il
presidente nazionale della Società scientifica italiana di medicina di
emergenza e urgenza (Simeu) Fabio De Iaco ha
invece evidenziato come “l’intesa tra medico e infermiere debba essere
assoluta. È scorretto affermare: ‘Non abbiamo abbastanza medici, allora usiamo
gli infermieri’, in quanto questi ultimi sono specializzati in emergenza e
urgenza”.
È
intervenuto, per richiesta di chiarimenti, Valle (Pd).
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