Nell’ambito della collaborazione tra Unioncamere
Piemonte, UniCredit e con Intesa Sanpaolo per
il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere
Piemonte diffonde oggi i dati della 211ª “Indagine
congiunturale sull’industria manifatturiera”, realizzata in
collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali.
La rilevazione è stata condotta nei mesi di luglio e agosto 2024 con
riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2024 e ha
coinvolto 1.890 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di
95.676 addetti e un valore pari a circa 63 miliardi di euro di fatturato.
In base alle
stime preliminari, nel II trimestre 2024 il Prodotto interno lordo italiano è
aumentato dello 0,2%, sostenuto dalla crescita del settore terziario, a fronte
dei contributi negativi dell’agricoltura e dell’industria. Il debole sviluppo
registrato a livello nazionale è in linea con il risultato messo
complessivamente a segno dall’Eurozona, che ha evidenziato un +0,3%.
Focalizzando
l’attenzione sul comparto industriale, Istat sottolinea come nella media del II
trimestre 2024 si registri, in Italia, un calo del livello della produzione
dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti.
In questo contesto, anche il comparto manifatturiero
regionale mostra segnali di difficoltà; complessivamente nel periodo
aprile-giugno 2024 la produzione industriale regionale ha registrato, infatti,
una flessione dell’1,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Il Presidente di Unioncamere
Piemonte, Gian Paolo Coscia commenta: “L’andamento
della produzione industriale in Piemonte continua purtroppo a rallentare: la
flessione dell'1,1% registrata nel secondo trimestre del 2024 rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente segnala difficoltà crescenti e diffuse nel
comparto manifatturiero. Solo i settori della chimica-plastica e
dell’alimentare si distinguono con un trend positivo. In questo quadro, è
fondamentale adottare misure urgenti per sostenere le imprese e l’occupazione,
facilitare gli investimenti e promuovere la crescita economica del nostro
territorio. Solo attraverso un'azione coordinata e decisa potremo invertire
questa tendenza”.
“Siamo a fianco delle nostre imprese,
in particolare quelle più piccole, per aiutarle a cogliere ogni opportunità,
seppur in un contesto non facile. L’attesa riduzione dei tassi di interessi e
soprattutto la nuova cornice normativa su Transizione 5.0 ed energia riaprono
la strada a una ripresa degli investimenti e alla crescita stabile, anche delle
filiere. A tale proposito abbiamo già attivato in regione circa 90 contratti di
filiera per un giro complessivo di oltre 10 milioni di euro e coinvolto 4.400
fornitori - commenta Andrea Perusin, Direttore Regionale
Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo-. Intesa Sanpaolo è impegnata
ad accompagnare gli imprenditori, aiutandoli ad accedere ai fondi del PNRR
attraverso la propria piattaforma gratuita Incent Now per realizzare nuovi
progetti, al fine di efficientare i processi e ridurre i consumi energetici.
Con questi obiettivi mettiamo a disposizione delle imprese piemontesi 10
miliardi di euro e un programma di consulenza e iniziative che guardano al
rinnovamento industriale, allo sviluppo estero e di nuovi mercati, al progresso
digitale e alla cybersicurezza come strumenti per il necessario cambio di passo”.
La Regional Manager Nord Ovest di
UniCredit, Paola Garibotti, aggiunge: “Crediamo
nell’eccellenza delle aziende piemontesi e continuiamo a supportare la loro
crescita. Transizione 5.0 è una grande opportunità che gli imprenditori, sono
sicura, coglieranno per investire in transizione digitale ed ecologica. Temi
che sono alla base di UniCredit per l’Italia, il programma che dal 2022
sostiene le eccellenze del Made in Italy e che ha destinato in totale circa 35
miliardi di euro a famiglie e imprese italiane, accompagnando quest’ultime
nella loro evoluzione e supportandone il posizionamento competitivo”.
La
flessione della produzione industriale si accompagna ai cali registrati dagli
altri indicatori congiunturali; gli ordinativi totali diminuiscono
dell’1,2% rispetto al trimestre aprile-giugno 2023, il fatturato registra
una contrazione tendenziale dello 0,9%. In entrambi i casi è
la componente estera a scontare le flessioni di maggiore entità (rispettivamente
-2,5% e -1,1% sul fronte di ordinativi e fatturato, mentre quella domestica
ha registrato rispettivamente variazioni tendenziali del -0,4% e -0,8%).
Nel media del II trimestre 2024 il grado di utilizzo degli
impianti è stato pari al 62,7%, oltre 2 punti percentuale
in meno rispetto all’analogo periodo del 2023.
A livello settoriale, tengono il
comparto della chimica/plastica, che realizza un incremento
della produzione dell’1,0% rispetto al periodo aprile-giugno 2023, portando
a quattro i trimestri consecutivi di crescita e l’alimentare, che torna
sul terreno positivo (+2,7%) dopo la battuta d’arresto registrata nei
primi tre mesi del 2024. I mezzi di trasporto (-8,0%) e
il tessile e abbigliamento (-6,1%) registrano, per
contro, le dinamiche peggiori. Anche le industrie meccaniche (-2,9%)
e quelle dell’elettricità ed elettronica (-2,7%) scontano
flessioni più intense rispetto alla media regionale, mentre sono prossimi a
quest’ultima i risultati registrati dai comparti dei metalli (-1,0%)
e del legno e mobile (-1,0%).
Sotto il profilo dimensionale, solo
le piccole imprese (10-49 addetti) registrano ancora un
risultato positivo, con una variazione tendenziale del livello della produzione
del +1,1%. Le realtà aziendali con meno di 10 addetti (micro
imprese) scontano una flessione contenuta (-0,4% rispetto al II
trimestre 2023); il calo appare, invece, più marcato sia per le imprese
di medie dimensioni (50-249 addetti, -1,7%),
sia soprattutto per le aziende con oltre 250 addetti, che scontano
un calo medio dei livelli produttivi del 4,2% rispetto all’analogo
periodo dell’anno precedente.
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