In data 18
ottobre 2024, nelle province di Foggia, Trani/Barletta, Salerno e Potenza, i
Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
di Napoli, unitamente ai Carabinieri dei Comandi Provinciali territorialmente
competenti, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei
confronti di nr. 8 soggetti, ritenuti responsabili a vario titolo del reato di
attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e gestione illecita di
rifiuti.
L’ordinanza
cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Bari in totale accoglimento della
richiesta depositata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia fa
riferimento ad una serie di condotte illecite riscontrate nel corso di una
complessa attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo
Ecologico (NOE) di Bari, che ha avuto inizio nel marzo del 2020 e si è
protratta per diversi mesi, interessando diverse regioni del territorio
nazionale.
L’indagine,
condotta con l’ausilio di attività tecniche, quali intercettazioni di
conversazioni, video riprese e pedinamenti, e che ha consentito di
disarticolare un pericoloso sodalizio criminale dedito al compimento di
reiterate azioni finalizzate a porre in essere illecite attività di smaltimento
rifiuti, trae origine proprio dal rinvenimento dal febbraio 2020 all’agosto
2021, di svariate tonnellate di rifiuti speciali. Dal febbraio 2020 il
territorio della provincia di Foggia, in particolare, è stato interessato da
una serie di sversamenti abusivi di rifiuti speciali, provenienti dalla
Campania.
In
particolare :
- in data 10.02.2020, in
località Stornara (FG), veniva rinvenuto un capannone stracolmo di rifiuti
in balle;
- in data 21.02.2020, in
località Stornarella (FG), venivano rinvenute, in aperta campagna, almeno
50 tonn. di rifiuti indifferenziati;
- in data 06.03.2020 in
località Contessa di Stornara (FG), alcune tonnellate di rifiuti
indifferenziati venivano dati alle fiamme, dopo essere stati abbandonati;
- in data 03.04.2020 in
agro di San Martino in Pensilis (CB) venivano rinvenuti circa 80 tonn. di
rifiuti indifferenziati;
- in data 16 aprile
2020, il località “Passo Beccioso” di Foggia, venivano rinvenute almeno 50
tonn. di rifiuti indifferenziati;
- in data 24.04.2020 in
località di Stornara (FG) – Cda Frangipane, venivano scaricate e date alle
fiamme 20 tonn. di rifiuti della stessa tipologia dei precedenti scarichi;
Dall’analisi
delle modalità di tali sversamenti, gli investigatori del NOE, coordinati dalla
DDA barese, hanno focalizzato l’attenzione su una ben strutturata
organizzazione criminale, dedita allo smaltimento di rifiuti speciali di
origine campana. Infatti, sin dall’ inizio delle investigazioni, si è appurato
che i rifiuti speciali, organizzati in balle reggiate, composte prevalentemente
da scarti provenienti dal trattamento dei rifiuti speciali/industriali e
frazione indifferenziata di RSU, nonchè scarti tessili, dopo essere stati
raccolti e trasportati, invece di essere conferiti in siti di smaltimento e/o
recupero autorizzati, al fine di conseguire un ingiusto profitto, rappresentato
dal risparmio di spesa, derivante dalla mancata attivazione delle corrette
procedure di gestione dei rifiuti prescritte dalla legge, venivano smaltiti
abusivamente presso cave in disuso, nonché aree agricole (vigneti e uliveti) e
capannoni dismessi, ubicati nelle province di Foggia e della BAT ed,
occasionalmente, in un area in provincia di Campobasso, sul confine con la
provincia di Foggia, con conseguente, imponente deturpamento e danneggiamento
delle aree interessate.
Le indagini
effettuate hanno permesso di analizzare i meccanismi illeciti di tali traffici,
realizzatisi secondo procedure collaudate, fondate sulla classificazione
fittizia dei rifiuti da parte degli impianti di produzione, con redazione di
falsa documentazione indicante siti di destino inesistenti, che consentisse di
giustificare il trasporto dei rifiuti ed il successivo illecito abbandono in
siti abusivi, di volta in volta individuati. La vicinanza con la Campania,
principale area di provenienza dei rifiuti, e la vastità e l’orografia del
territorio pugliese hanno contribuito notevolmente al perpetrarsi di tali
traffici illeciti.
Gli
automezzi, provenienti dalle aree di produzione dei rifiuti, dopo aver
raggiunto i caselli autostradali di Candela (FG) e Cerignola (FG), si
dirigevano verso il luogo preventivamente individuato dall’associazione
criminale, ove, durante le ore notturne, venivano abbandonati i rifiuti. Le
aree interessate, alcune di particolare pregio naturalistico, affacciate su
strade comunali e provinciali a ridosso delle aree rurali più isolate, sono
divenute autentiche discariche abusive a cielo aperto, ove i rifiuti una volta
scaricati, in alcune circostanze venivano dati alle fiamme, rendendo l’aria
irrespirabile.
L’attività
criminale ha consentito agli indagati di introitare un illecito profitto pari
all’incirca a 1.200.000 (un milione duecentomila) euro, somma di denaro di cui
è stato disposto il sequestro per equivalente. Nel corso della citata
operazione, venivano inoltre sequestrate una società di trasporti di Cerignola
(FG), con i relativi beni immobili e mobili, fra cui 35 mezzi, e una cava in
disuso sita in Minervino Murge (BAT), principale destinazione dei rifiuti
smaltiti illecitamente.
L’applicazione
della misura cautelare per gli indagati, autisti, organizzatori dei trasporti,
intermediari e gestori formali e di fatto delle società responsabili, è
finalizzata ad impedire il reiterarsi dell’attività criminale, attraverso
ulteriori illeciti abbandoni di rifiuti e ad evitare l’alterazione delle fonti
di prova attraverso la predisposizione di documentazione volta a dimostrare il
preteso regolare smaltimento dei rifiuti.
Il
provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini
preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari
della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti
fino a sentenza definitiva. È importante sottolineare infatti che il relativo
procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che l’eventuale
colpevolezza, in ordine al reato contestato, dovrà essere accertata in sede di
processo nel contraddittorio tra le parti.
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