Il I
Reparto Reclutamento, Affari Giuridici ed Economici del Personale dello Stato
Maggiore dell’Esercito ha appena
pubblicato una nuova circolare, che segue a quella emanata lo scorso luglio, che
ufficializza la possibilità di adottare una settimana lavorativa corta, articolata su 4
giorni anziché 5, per il personale militare
in specifiche condizioni.
Va sottolineato che questa novità non vale per il singolo militare: il Comandante infatti deve autorizzare l’intero reparto o unità organizzativa di esso.
Questo chiarimento rappresenta una vittoria significativa per noi di ASPMI, poiché da
sempre sosteniamo che l’attuale direttiva sull’orario di lavoro fosse già
sufficiente a consentire questa flessibilità
senza dover ricorrere ad altri strumenti fantasiosi togliendo tempo, dal tavolo
contrattuale, a questioni più urgenti.
Per questo motivo, invece di spingere per nuove normative,
ci siamo concentrati nel richiedere allo Stato Maggiore un chiarimento
che evitasse interpretazioni ambigue, rendendo immediatamente
applicabile la settimana corta per il personale
militare.
Già a luglio era stata pubblicata una prima circolare
su questa possibilità, ma con la recente integrazione è stato espressamente precisato che, in presenza di specifiche condizioni operative e
ambientali, i militari possono essere impiegati su 4 giorni settimanali,
garantendo un maggiore equilibrio tra le necessità di servizio e quelle
personali.
La flessibilità dell’orario di servizio, i
chiarimenti dello SME
La circolare esplicita che il Comandante di
Corpo può riarticolare l’orario di lavoro dell’intera unità o di una parte di essa,
rispondendo a esigenze istituzionali particolari.
Questa riarticolazione consente di aumentare le
giornate lavorative a 6 oppure ridurle
a 4, garantendo al contempo la continuità
operativa attraverso la gestione del personale disponibile. La settimana corta
diventa quindi uno strumento gestionale
aggiuntivo che i Comandanti possono adottare in
base alle necessità, assicurando comunque la funzionalità dei reparti e dei servizi essenziali.
La direttiva ribadisce l’importanza di distinguere tra
“riarticolazione dell’orario di servizio” e “flessibilità
individuale“. La riarticolazione,
applicata su decisione del Comandante, è dettata dalle esigenze dell’unità,
senza considerare richieste individuali, e serve a rispondere a specifiche
necessità istituzionali e operative.
La flessibilità individuale, invece, offre al singolo militare
la possibilità di adattare l’orario di inizio e fine della giornata lavorativa
(tra le 07:00 e le 09:00 e tra le 15:30 e le 17:30), su richiesta e con
l’approvazione del Comandante, pur mantenendo la possibilità di revoca in caso
di incompatibilità con le esigenze del servizio.
Una vittoria di ASPMI per il bene dei
militari
Questa vittoria conferma
l’approccio pragmatico di ASPMI nel
promuovere i diritti dei militari.
Abbiamo preferito concentrarci sulla richiesta di
chiarimenti concreti, evitando nuove normative che avrebbero potuto rallentare
l’implementazione delle misure necessarie come invece fatto da altri.
Grazie alla nostra iniziativa, i militari potranno finalmente godere di un’opzione di
flessibilità che bilancia le loro esigenze personali e quelle operative. Questa misura rappresenta un passo importante verso
una gestione più attenta e flessibile del personale, migliorando il benessere
dei militari senza compromettere l’efficienza delle unità operative.
ASPMI Associazione Sindacale
Professionisti Militari
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