“Serve un urgente cambio di passo nelle politiche per il
settore dell’automotive, a forte rischio di declino per l’impatto delle
transizioni ecologica e digitale e del taglio dello specifico fondo”. Lo hanno
ribadito le organizzazioni sindacali nel corso dell’audizione in terza
Commissione, presidente Claudio
Sacchetto, per un approfondimento sulla crisi del settore
trainante per l’economia piemontese.
“Il rischio
è la cessazione industriale”, è stato detto. “Il comparto dell’automotive in
Italia è arrivato a un drammatico livello di criticità, assistiamo al
disimpegno di Stellantis e alle difficoltà della Germania: tutto sembra
concorrere alla sua scomparsa. È un settore strategico per il Paese, che ancora
oggi rappresenta l’undici per cento del Pil nazionale e che nel solo Piemonte
conta circa 56 mila occupati, a cui vanno aggiunti anche i lavoratori
dell’intera filiera”.
I
rappresentanti sindacali – sono intervenuti Valter
Vergnano e Edmondo
Lazzi (Fiom Cgil), Gianfranco
Verdini e Luigi Paone (Uilm
Uil), Rocco Cutrì (Fim
Cisl), Tania Basso (Fismic
Confsal), Silvia Marchetti (Uglm
Ugl), Fabrizio Amante e Marco Massucco (Quadri e capi
Fiat), Paolo Parodi (Filctem
Cgil), Gabriella Pessione (Felmca
Cisl), Alessandro Casellato (Uiltec), Francesco Citraro (Failc
Confail Fismic) - hanno spiegato come la situazione italiana s’inserisca in un
contesto continentale complicato e come non ci siano garanzie sulle produzioni
future, complici le sempre più frequenti delocalizzazioni.
“E anche
laddove ci sono annunci, l’avvio delle nuove produzioni è continuamente
spostato in avanti, come sull’elettrico. Chiediamo un confronto urgente con il
Governo e Stellantis” hanno sollecitato i rappresentanti sindacali.
A
preoccupare è soprattutto la situazione dell'ex Fiat, con la produzione nel
2024 in forte calo: l'utilizzo degli ammortizzatori sociali sta crescendo e
prosegue la strategia di riduzione del numero di dipendenti attraverso lo
strumento degli incentivi all'esodo.
I sindacati
chiedono a Stellantis un piano industriale con un pacchetto straordinario di
investimenti. Quest'anno, nonostante i 950 milioni di investimenti pubblici nei
bonus, c’è il rischio di andare sotto le 300 mila vetture prodotte, malgrado
sconti e bonus c'è un calo del venti per cento delle vendite.
Per i
sindacati non è pensabile che la transizione energetica si faccia a scapito dei
lavoratori, “le transizioni vanno accompagnate da investimenti in innovazione,
digitalizzazione, formazione e tutele sociali”.
“La cassa
integrazione dimostra ancora una volta la crisi di un settore su cui abbiamo
sentito tante chiacchiere, la realtà è che i lavoratori perdono il salario e
perdono i posti di lavoro” hanno ribadito.
Dalle sigle
sindacali è poi stata manifestata perplessità, soprattutto in riferimento ai
dazi, sul recente annuncio di voler attrarre un produttore di auto dalla Cina.
Per
delucidazioni sono intervenuti nell’ordine: Monica Canalis (Pd), Alice Ravinale (Avs), Sarah Disabato (M5s), Roberto Ravello (Fdi), Gianna Pentenero (Pd), Alberto Avetta (Pd), Annalisa Beccaria (Fi), Emanuela Verzella (Pd) e Alberto Unia (M5s).
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