“Apprendiamo
che indicazioni del Ministero della Salute impongono l’esibizione del green
pass per l’accesso degli appartenenti alle Forze di Polizia alle mense, dunque,
anche degli operatori di Polizia penitenziaria ai refettori delle carceri.
Fermo restando il doveroso rispetto per le istituzioni e al di là di altre e
pur importanti valutazioni, ivi comprese quelle correlate all’inesistenza di un
obbligo vaccinale per il Covid-19, pensiamo che ciò sia paradossale e
grottesco. In pratica, sarà vietato a un appartenente alla Polizia
penitenziaria sprovvisto di green pass di accedere alla mensa di servizio che,
per altri versi, è obbligatoria (sic!) con poche decine di colleghi suddivisi
per turni e nel rispetto dei protocolli sanitari, ma lo stesso poliziotto
continuerà a espletare normalmente il suo servizio in sezioni detentive con,
talvolta, oltre cento ristretti, molti dei quali senza green pass, e senza
distanziamento o, ancora peggio, in obsoleti automezzi blindati e con sistemi
di aerazione inefficienti per il trasporto dei reclusi! Analogamente, i
detenuti potranno accedere alle sale socialità, ai colloqui e ad altre attività
comuni senza green pass e sempre sotto la sorveglianza dello stesso poliziotto.
A fronte di cotanta scelleratezza, verrebbe da esclamare: si salvi chi può!”
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia
Penitenziaria commentando le indicazioni del Ministero della Salute e che
prescrivono il possesso del green pass anche per l’accesso alle mense
obbligatorie di servizio del personale delle Forze di Polizia e delle Forze
Armate.
Il Segretario della UILPA PP poi prosegue: “Chiediamo al Governo, al
Ministero della Salute e al Ministero della Giustizia di ripensarci e di aprire
un confronto immediato con le Organizzazioni Sindacali rappresentative; se
obbligo ci dev’essere, dev’essere per via legislativa e in un quadro di
garanzie complessive. Ricordiamo, infatti, che gli appartenenti alla Polizia
penitenziaria sono costretti a prestare molte ore giornaliere di lavoro straordinario
e che non è consentito loro di allontanarsi dal luogo di lavoro per il consumo
dei pasti”.
“Noi riteniamo che la vaccinazione sia di vitale importanza, io stesso sono da
tempo vaccinato, – precisa De Fazio – ma non possiamo avallare contraddizioni che
rischiano di tradursi in pesanti discriminazioni. Nelle more, peraltro,
dev’essere garantito agli operatori a cui verrà inopinatamente precluso
l’accesso alle mense il buono pasto sostitutivo e respingiamo sin d’ora altre
ipotesi impositive e da considerare solo a richiesta, come quelle dei sacchetti
preconfezionati, che avrebbero un amaro e inaccettabile sapore ghettizzante”.
“Soprattutto – conclude il leader della UILPA PP – in
un’estate torrida e complicata da virus e incendi, auspicheremmo di non doverci
cimentare anche con le contraddizioni, l’irrazionalità e le scelleratezze di
una politica la quale, non di rado, sembra tradire il proprio mandato”.
Nessun commento:
Posta un commento