Il presidente Cirio e l’assessore
Marnati: «Misure coerenti e multisettoriali basate su dati scientifici
per centrare gli obiettivi di
riduzione delle emissioni in atmosfera»
La Regione Piemonte ha avviato l’iter per l’aggiornamento
del Piano di qualità dell’aria. Dopo un primo passaggio in Giunta a metà
giugno, il documento è stato ora deliberato ai fini della Valutazione
ambientale strategica che si svilupperà nei prossimi 45 giorni, durante i quali
il documento potrà essere esaminato e oggetto di osservazioni e contributi da
parte dei soggetti interessati.
A settembre dovrà poi essere nuovamente adottato dalla
Giunta e approvato dal Consiglio regionale in linea con i tempi previsti dal
decreto approvato dal Governo lo scorso mese di settembre con la richiesta di
definire il nuovo Piano entro 12 mesi.
Il nuovo Piano per la qualità dell’aria, sulla base delle
analisi e valutazione tecniche effettuate da Arpa, l’Agenzia regionale per la
protezione ambientale, punta alla significativa riduzione delle concentrazioni
delle sostanze inquinanti in atmosfera nel più breve tempo possibile per
rispettare gli obiettivi di qualità dell’aria posti dalle direttive comunitarie
per il 2025 ed è coerente con il raggiungimento di quelli di riferimento
proposti dall’Organizzazione mondiale della sanità per il 2030.
Il nuovo Piano è il frutto del lavoro scientifico svolto nei
mesi scorsi dalla Regione Piemonte, con il supporto tecnico-scientifico di Arpa
e del tavolo tecnico per la qualità dell’aria, istituito il 28 settembre dalla
Regione Piemonte e coordinato da Ires Piemonte, a cui hanno partecipato
professionalità esterne e le direzioni regionali Ambiente, Energia e
Territorio, Trasporti e Logistica, Attività Produttive, Agricoltura, Sanità e
Commercio, il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, le Province di
Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli, Vco e la Città
metropolitana di Torino, oltre che Arpa stessa.
«Abbiamo voluto affrontare il tema della qualità dell’aria
con metodo scientifico. Siamo partiti dalla relazione di Arpa, che ha
analizzato le diverse fonti emissive che
contribuiscono alla composizione degli inquinanti, e abbiamo
messo in campo una serie di misure - valutandone effetti al 2025 e al 2030 - in
grado di ridurre emissioni nei quattro macrosettori quali la mobilità, il
riscaldamento, le attività produttive e l’agricoltura, che era già stata
oggetto del Piano stralcio approvato lo scorso anno. Il risultato, che ora
sottoponiamo all’analisi dei soggetti interessati per la raccolta di
osservazioni e contributi, è un lavoro serio che, partendo dai numeri, pone
obiettivi raggiungibili e centra gli obiettivi posti dall’Europa per la
riduzione degli inquinanti e la tutela della salute, anche grazie al contributo
dei Comuni e delle Province», dichiara il presidente della Regione
Piemonte, Alberto Cirio.
«Questo Piano è il frutto di un immenso lavoro che ha visto
partecipare molti esperti sia nel campo della Pubblica amministrazione sia nel
mondo accademico ed economico per raggiungere l'obiettivo di riduzione delle
emissioni al 31 dicembre 2025 richiesto dalla Commissione europea. Ci siamo
basati principalmente sull'aiuto del trasferimento tecnologico in tutti i
settori per poter sfruttare al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie.
Anche le risorse finanziarie a supporto delle tante misure sono significative
del fatto che vogliamo raggiungere gli obiettivi con serietà», dichiara Matteo
Marnati, assessore all’Ambiente, Intelligenza artificiale, Energia e
Innovazione.
«Per l'aggiornamento del Piano, Arpa Piemonte ha utilizzato
i più sofisticati strumento tecnico-scientifici disponibili sia in termini di
modellazione digitale dei processi chimico-fisici, che di analisi chimica della
composizione del particolato atmosferico, con cui è stato possibile determinare
i contributi settoriali e geografici all'inquinamento e valutare l'efficacia
delle azioni e delle misure previste» dichiara il direttore di Arpa,
Secondo Barbero.
Il piano, per la Regione Piemonte, ha un valore di circa
4 miliardi di euro nell’arco del periodo di attuazione (2024-2030). La
maggior parte delle risorse, pari a oltre 2,8 miliardi, risultano già attivati
a partire dal 2025 su una serie di misure che proseguono anche negli anni
successivi. In particolare, 2,9 miliardi sono destinati a misure sulla mobilità
e i trasporti, 421 milioni per il settore energia, 153 milioni per le attività
produttive e 334 milioni per l’agricoltura. Per tutti i settori il Piano indica
una serie di misure, alcune delle quali rappresentano l’aggiornamento di
attività già in atto, e il relativo obiettivo di riduzione emissiva al 2025 e
al 2030.
In particolare: 6 misure e 35 azioni riguardano la mobilità e le aree
urbane, 3 misure e 21 azioni il riscaldamento e le fonti energetiche, 3 misure
e 7 azioni le attività produttive, 5 misure e 9 azioni l’agricoltura e la
zootecnia.
Tra le misure più significative c’è il recepimento della
norma nazionale con il blocco dei veicoli diesel Euro 5 dal 1° ottobre 2025,
salvo diversa disposizione da parte del Governo, nei Comuni con più di 30 mila
abitanti, l’introduzione da parte dai Comuni di ulteriori limitazioni a fronte
di sforamenti delle soglie previste dalla normativa europea, progetti per nuove
aree pedonali, interventi di forestazione urbana, oltre all’uso
dell’intelligenza artificiale per la gestione del traffico e dei semafori.
Significativo il piano di sostituzione dei bus inquinanti e
di treni con nuovi mezzi ad alimentazione green, oltre all’avvio di un progetto
sperimentale per l’uso del biocarburante per i veicoli del trasporto pubblico
locale. Il Piano comprende poi il potenziamento del Servizio ferroviario
metropolitano e della rete ferroviaria, che sono una delle priorità della
programmazione regionale, insieme alle misure di incentivo all’uso dei mezzi
pubblici.
Come dimostrano i dati, i sistemi di riscaldamento degli edifici
contribuiscono in maniera rilevante alle emissioni di inquinanti in atmosfera.
Per questo, e anche nell’ottica della valorizzazione della filiera locale del
legno, il Piano ne promuove l’efficentamento, incentiva la sostituzione di
vecchie stufe con impianti a biomasse di nuova generazione, offre contributi
per la manutenzione e promuove la diffusione di buone pratiche nell’uso con una
particolare attenzione alla riduzione degli inquinanti e alla sicurezza degli
impianti.
Il Piano, infine, promuove e incentiva l’efficienza
energetica anche nelle attività produttive con l’obiettivo di ridurre le
emissioni in atmosfera attraverso processi meno inquinamenti, tecnologie di
abbattimento delle emissioni, processi di economia circolare e di
decarbonizzazione anche nelle attività agricole.
Il Piano e le sue misure saranno oggetto di un monitoraggio
costante attraverso l’istituzione di uno specifico Osservatorio. Per
valorizzare l’apporto indispensabile di ogni
singolo cittadino alla riuscita del Piano sono anche
previste forme di partecipazione diretta della comunità ai temi legati alla
qualità dell’aria e ai cambiamenti climatici.
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