“Rappresenta
un errore grave la previsione contenuta nella Manovra di consentire agli
operatori della Sicurezza di rimanere in servizio fino a settant’anni. Talmente
grave, in quanto inconciliabile con le esigenze legate alla specificità di
questo lavoro, che sembrerebbe una ‘svista’, che non è perché nel testo in cui
si fa riferimento genericamente al pubblico impiego c’è poi un preciso richiamo
al personale del Comparto. Questa decisione va rivista, perché contrasta con le
finalità del lavoro delle forze dell’ordine ed è pregiudizievole anche per la
salute e il benessere dei singoli lavoratori”.
Così
Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, sul fatto che nella
Manovra finanziaria sono previsti incentivi per i lavoratori del pubblico
impiego che decidono di rinviare la pensione nonostante la maturazione dei
requisti per l’uscita, e la possibilità di permanere in servizio fino a 70
anni.
“Comprendiamo
l’intento del Governo che punta a ottenere un importante risparmio alle casse
previdenziali – aggiunge Mazzetti –, ma questa legittima necessità non può
contrastare con il diritto alla sicurezza dei cittadini o con la salvaguardia
del personale in divisa, unico e solo che presenta una specificità da non poter
ignorare. I poliziotti che superano l’attuale età pensionabile sono validi
professionisti e con un enorme bagaglio di esperienza, ma questo lavoro
richiede sacrifici psicofisici tali da non potersi conciliare con un’età
avanzata, e non è giusto condizionare la scelta a una sorta di ricatto
psicologico legato al miraggio di benefici che non compensano i rischi per la
salute. Oltre tutto questa previsione limita l’ingresso di nuove leve e il ricambio
generazionale. Il Comparto soffre già di una forte carenza di personale e di
un’età media molto alta, ed ha disperatamente bisogno di forze fresche e in
quantità massiccia, altro che limitare le uscite e i nuovi ingressi!”.
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