di Mario Bocchio
Racconigi è un bel paese da scoprire grazie ai suoi borghi, dove resta il fascino della storia: qui i nobili trascorrevano le loro vacanze, ma c’erano anche molte fabbriche di seta. Racconigi per più di due secoli, infatti, è stata uno dei principali produttori .
Se partiamo da piazza Carlo Alberto, realizzata nel XIX secolo, troviamo il Municipio, costruito tra il 1838 e il 1841. Questa piazza è sempre stata molto importante nella vita cittadina perché qui si teneva il mercato dei bozzoli. Alle spalle del Municipio si trova la nuova ala del mercato, creata nel 1894, dove oggi si tengono mostre ed eventi. Nelle vicinanze si trova la Società Operaia di Mutuo Soccorso. Corso Principe di Piemonte ci conduce al viale dei platani, sulla destra notiamo la scritta Setifici Manissero, che indica l’ultimo setificio di Racconigi. Sul lato sinistro, invece, si vede un fosso, detto bealera di Macra; era molto importante portare l’acqua ai canali del villaggio e al sistema idrico del parco reale. All’inizio di via Ormesano, il Setificio Chicco, mostra l’evoluzione ottocentesca di un precedente opificio, costruito nel 1681. Un breve sentiero in via Priotti porta alla Chiesa di San Rocco. L’ampio giardino antistante ospita gli eventi cittadini e, in particolare, il Carlevè ‘d Racunis (carnevale).
In via Ormesano troviamo due edifici: sulla destra l’Ospedale della Carità e l’ex ospedale neuropsichiatrico. Da qui si può entrare in via Levis e svoltare in via Ospedale e raggiungere piazza Santa Maria, nei pressi della Chiesa di Santa Maria Maggiore. Questa piazza è un piccolo boudoir barocco su cui si affaccia il portico del Palazzo delle Anime e una bella casa dipinta. Se guardiamo oltre l’arco di via Santa Maria si vede la Madonna della Porta (1700), con le sue decorazioni in stucco. Scendendo verso il mulino, in via Vittorio Emanuele III, c’è la Casa dei sogni dei commercianti di seta Franzero e la Chiesa dei Cappuccini. Tornati in piazza Santa Maria si può prendere via Principessa Jolanda e dirigersi verso la chiesa Ss. Nome di Gesù. In piazza Muzzone si trova la torre comunale, costruita come campanile per il Convento dei Serviti. La piazza si apre su un edificio tardo cinquecentesco nel cui cortile era situato l’Albergo della Posta. Tornati in via Levis si arriva in Piazza Vittorio Emanuele II, detta “Piazza degli Uomini”.
Nel Medioevo il mercato era il punto di congiunzione tra Torino e gli altri borghi di Porta di Santa Maria e Porta di Macra. I portici di via Angelo Spada, l’antico quartiere del Pozzo, conservano in parte l’atmosfera medievale. Proseguendo si nota la semplice facciata della Chiesa di Santa Chiara, eretta all’inizio del Settecento come parte del Convento dei Domenicani e poi delle Clarisse. Un giardino sostituisce l’ hortus conclusus conventuale e si apre sul portico dal quale si accede alla biblioteca civica e al piccolo museo della seta. Sulla piazza spiccano l’edificio a “talpa” color mattone e l’altissimo campanile della Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. La zona è ricca di nidi di cicogne che occupano campanili e cupole. Attraversando via Stefano Tempia, raggiungiamo piazza Caduti per la Libertà. Qui, nei pressi dell’omonima porta medievale, si trovava il Mulino di San Giovanni. Attraverso via San Domenico si arriva alla Chiesa dell’Annunziata e a San Vincenzo Ferreri. Oltre la chiesa, c’è il giardino di piazza IV Novembre, che era l’antico Prato della Fiera. Dalla grande chiesa parrocchiale, pochi gradini portano ad un’altra chiesa, la settecentesca San Giovanni Decollato, sede della Confraternita dei Battuti Neri, oggi questo spazio è dedicato alle mostre. Piazza Roma è l’antica piazza delle erbe che si affacciava sul primo Municipio e ospitava il mercato dei formaggi. Un vicolo a mezzaluna conduce alla chiesa edificata sulla casa natale della Beata Caterina Mattei, dove è allestito un piccolo Museo di Arte Sacra. Si ritorna in piazza degli Uomini: sotto i portici si giunge alla Chiesa di Santa Croce, sede seicentesca della Confraternita dei Battuti Bianchi. Da qui ritorniamo in Piazza Nuova e al Castello da cui raggiungiamo Borgo Macra dove si trova il Regio Santuario della Beata Vergine delle Grazie, il piccolo Pantheon di Racconigi.
Il Castello
Fondato nell’XI secolo come fortezza della Marca di Torino, il Castello di Racconigi passò sotto la guida dei Marchesi di Saluzzo e poi dei Savoia. La struttura originaria fu fortificata con due torri e trasformata nel corso del XVII secolo. Nel 1670 il Castello divenne residenza della famiglia Savoia-Carignano: André Le Nôtre progettò il giardino alla francese del parco seicentesco ispirandosi a quello di Versailles; nel 1676 Guarino Guarini avviò un importante restauro, che non si è mai concluso. Dal 1755 l’architetto Giambattista Borra avviò nuovi lavori di restauro, ma fu solo con Carlo Alberto, principe di Carignano, che il Castello assunse l’aspetto attuale: nel 1820 il giardiniere tedesco Xavier Kurten disegnò nuove aree verdi, mentre la decorazione interna fu curata da l’architetto Pelagio Palagi. Nel frattempo, ai margini del parco, vennero costruiti alcuni edifici neogotici: le Serre e la Margaria per la gestione del territorio e i parchi del castello. I primi decenni del Novecento furono anni di splendore per il Castello, che divenne una delle residenze preferite dei Savoia per le villeggiature, infatti già nel 1903 era dotato di corrente elettrica e di ascensore. Nel 1980 Umberto II, in esilio in Portogallo, cedette il Castello allo Stato italiano con l’obiettivo di farne un luogo dedicato alla conoscenza, per questo dal 1994 è un museo aperto al pubblico.
Il centro delle cicogne
Il Centro di Racconigi nasce nel 1985 per reintrodurre la Cicogna Bianca in Italia. Dal 1989 è stato sviluppato il progetto Anatidae, che tutela e garantisce la reintroduzione di anatre, oche e cigni in via di estinzione. Inoltre nel 1995 il Centro ha promosso diversi lavori di ripristino per recuperare alcune aree verdi destinate agli uccelli migratori: la prima area si estende per due ettari e sarà ampliata per altri 15 ettari per fornire un luogo confortevole e sicuro agli uccelli. Qui, grazie ad alcuni capanni di osservazione e ad un sentiero schermato è possibile praticare il birdwatching. Non esiste un periodo migliore per osservare questi animali, perché ogni stagione è diversa e regala momenti differenti e speciali.
Fonti: Comune di Racconigi; Polo museale del Piemonte; Centro cicogne Racconigi
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