Dice il direttore
provinciale di Cuneo dell’organizzazione agricola, Igor Varrone: “Le future
politiche della Ue dovranno guardare con lungimiranza e strategia alle sfide
globali con cui confrontarsi, senza strappi e diktat imposti dall’alto”
Cia: le proposte per le
Elezioni Europee da portare all’attenzione del prossimo Parlamento Ue
In vista delle Elezioni
Europee del giugno 2024 la Cia-Agricoltori Italiani ha elaborato un manifesto
di proposte che porti il prossimo Parlamento Ue “verso un Piano strategico per
l’agricoltura”. Dice il direttore provinciale di Cuneo dell’organizzazione,
Igor Varrone: “Le future politiche europee dovranno guardare con
lungimiranza e strategia alle sfide globali con cui confrontarsi, senza strappi
e diktat imposti dall’alto. Poche politiche, ma buone, mettendo il comparto
rurale al centro. Gli agricoltori vogliono e hanno bisogno di uno sviluppo
ulteriore verso la sostenibilità ambientale per continuare ad affrontare il
cambiamento climatico ed essere in grado di adattarsi. Inoltre, serve un’Europa
che intervenga in maniera strategica su temi fondamentali per i cittadini come
salute, alimentazione, lavoro, energia, sicurezza alimentare”.
Per quanto riguarda le Istituzioni
Ue? “C’è
bisogno di un rappresentante europeo del settore agricolo che abbia un forte
peso politico. Chiediamo al Parlamento Ue di continuare a supportare le
esigenze dei cittadini e degli agricoltori. Conoscere il nostro comparto vuol
dire riuscire a valorizzarlo e tutelarlo. Di conseguenza, è importante un
dialogo continuo e strutturato che faciliti la definizione delle politiche Ue.
Poi, un’attenzione specifica va anche data alla futura ripartizione delle
competenze dei vari dossier all’interno delle Istituzioni europee -
Commissione, Consiglio e Parlamento - per consentire che i temi agricoli siano
gestiti con le dovute competenze”.
I punti sui quali lavorare
Sono nove i punti indicati
sui quali viene chiesto alla Ue di lavorare negli anni a venire.
Il valore lungo la filiera
Si tratta del problema fondamentale.
Il valore delle filiere nasce dalla materia prima. A ogni prodotto agricolo
deve essere riconosciuto il giusto valore. Non è più procrastinabile una Legge
nazionale sul tema, ma si deve anche agire a livello europeo. Oltre alla
revisione della Direttiva per le pratiche sleali, Cia chiede un osservatorio Ue
su costi, prezzi e marginalità. Bisogna poi intervenire su nuove politiche
finalizzate a incentivare l’aggregazione e le relazioni di filiera.
Riconoscimento delle aree
rurali come presidio strategico per il futuro delle popolazioni dell’Unione
Europea
Gli agricoltori devono
essere al centro di una visione strategica per lo sviluppo delle aree rurali in
quanto produttori di cibo, custodi del territorio, protettori dell’ambiente,
operatori sociali che creano beneficio alla collettività. Rendere competitive
le aree rurali vuol dire sviluppare interesse per investimenti strategici nel
settore agricolo e quindi garantire un futuro al settore. Le zone rurali,
infatti, ospitano 137 milioni di persone: quasi il 30% della popolazione e
oltre l’80% del territorio Ue.
Il suolo: elemento
fondamentale per la produzione agricola e per la sicurezza alimentare Ue
La proposta di Direttiva sul
monitoraggio e la resilienza del suolo dovrà essere approvata velocemente così
da accelerare la definizione di una Legge nazionale che azzeri il consumo di
suolo agricolo.
La risorsa acqua bene
prezioso per l’agricoltura e l’umanità
Diventa fondamentale
intervenire sulla gestione del tema anche a livello Ue, definendo una strategia
di governo comune della risorsa idrica che tenga conto delle buone pratiche
messe in atto dai diversi Stati membri. Occorre decidere un Piano che miri a
ripensare lo stoccaggio, la riduzione, le perdite e il riuso delle acque.
Il commercio, tema centrale
per il settore e per il futuro dell’Europa
Nel momento in cui la Ue
continua a definire standard sempre più stringenti, per valorizzare la
produzione agroalimentare europea è necessario adottare il medesimo approccio a
livello internazionale. Bisogna definire accordi bilaterali che tengano in dovuta
considerazione il settore agricolo e vanno ampliati gli studi sugli impatti
cumulativi dei diversi accordi di libero scambio. Il prodotto europeo va
tutelato. La parola chiave deve essere “reciprocità”, anche in riferimento alla
sostenibilità sociale e non solo a quelle ambientale ed economica. Vanno
attivate e migliorate, attraverso l’introduzione di nuove proposte, le norme
mirate a proteggere la produzione interna dalle importazioni che possono recare
rischi ai mercati: a partire da quelli fitosanitari.
Il Bilancio europeo
Deve essere adeguato e
capace di rispondere alle sfide. Il Bilancio dedicato alla Pac non può essere
rivisto al ribasso, va valorizzato ed efficientato tenendo in considerazione
l’alta inflazione registrata negli ultimi anni. Le sfide del cambiamento
climatico e della neutralità climatica vanno affrontate concretamente e
pragmaticamente da parte di tutti i settori economici. L’Europa, quindi,
potrebbe considerare un plafond specifico aggiuntivo, finanziato anche
attraverso nuovi strumenti per affrontare le questioni ambientali che, per il
settore agricolo, intervenga in risposta all’adattamento al cambiamento
climatico e alla transizione ecologica. Il bene dell’ambiente è il bene della
collettività.
La Politica Agricola Comunitaria
Bisogna intervenire per
rivedere le principali difficoltà dell’attuale legislazione e facilitare
l’implementazione delle norme. Serve una politica economica che tuteli
l’andamento produttivo europeo e il reddito agricolo, redistribuisca le risorse
valorizzando il lavoro degli agricoltori e il loro ruolo di custodi
dell’ambiente e delle aree rurali.
L’innovazione, la ricerca e
la formazione
Le sfide da affrontare
richiedono un maggiore coordinamento a livello europeo tra i diversi Enti
nazionali di ricerca, con particolare riferimento alle nuove tecniche di
produzione fondamentali per affrontare il cambiamento climatico e la
transizione ecologica. L’obiettivo deve rimanere quello di trasferire le
conoscenze e di rendere le soluzioni disponibili per tutti. L’innovazione, per
essere utilizzata e diffusa, va spiegata. La formazione in agricoltura, quindi,
deve continuare a essere una priorità della Ue con i diversi Stati membri
impegnati a favorirla in modo efficiente. Va poi garantita una continua assistenza
per l’implementazione delle innovazioni, anche attraverso forme di tutoraggio
per migliorare la divulgazione in agricoltura guardando a esperienze positive
già attuate negli anni passati (Piano quadro di divulgazione agricola).
I giovani e il futuro
dell’agricoltura
Rimane centrale e diffusa la
problematica del ricambio generazionale che deve essere strutturalmente
affrontata per garantire continuità produttiva e aziendale. Infatti, la maggior
parte degli imprenditori agricoli europei ha un’età superiore ai 55 anni e circa
il 30% è oltre l’età pensionabile. Quelli sotto i 35 anni sono meno del 6%.
Cosa serve? Accesso al credito e accesso alla terra come chiave di svolta per i
futuri investimenti dei giovani in agricoltura, oltre alla valorizzazione e
allo sviluppo di servizi nelle aree rurali. Per l’accesso al credito è
necessaria la costituzione di un apposito fondo a livello europeo finalizzato a
sostenere interventi di ristrutturazione del debito contratto dagli agricoltori
con i diversi sistemi bancari nazionali.
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