Necessari più
controlli sui capi importati con le stalle di sosta
E’ allarme lingua blu negli allevamenti italiani di pecore
e di mucche con centinaia di focolai e migliaia di animali morti a causa della
malattia che sta dilagando in Sardegna, Piemonte, Lombardia e Calabria ma anche
in altre aree del paese, rendendo necessario l’avvio immediato di una campagna
vaccinale per salvare le aziende. A lanciare l’appello è la Coldiretti nel
chiedere un impegno alle istituzioni per mettere in campo tutte le soluzioni
necessarie a tutelare la filiera zootecnica, proprio a partire dal reperimento
dei vaccini, mentre alcune regioni hanno diffuso ordinanze con disposizione di
sicurezza per limitare la corsa dei contagi.
La lingua blu (blue tongue) è una malattia trasmessa ai ruminanti da un
insetto, un moscerino del genere Culicoides – spiega Coldiretti -. Non colpisce
l’uomo e non infetta il latte e la carne ma può comunque causare la morte
dell’animale.
Il diffondersi della malattia porta al calo della produzione di latte e al
blocco della movimentazione delle greggi e delle mandrie, con danni economici
per le aziende.
In Sardegna, in particolare, si riscontrano centinaia di focolai confermati e
molti altri in fase di accertamento. È dunque indispensabile che vengano messe
in campo tutte le azioni necessarie per arginare l’epidemia e sostenere le
aziende colpite, al fine di evitare ulteriori danni economici e salvaguardare
il futuro della pastorizia nell’isola. Ma è pesante anche la situazione in
Piemonte e Lombardia, oltre che in Calabria.
Per tutelare gli allevatori italiani occorre anche effettuare controlli serrati
sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la lingua blu è arrivata
nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa, dove la malattia
sta dilagando. Importante in tale ottica l’utilizzo delle stalle di sosta,
oltre all’uso di repellenti per gli insetti.
Nel 2023 le importazioni in quantità di ovini e bovini vivi sono aumentate del
16%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.
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