Il
biolago del parco “AcquaViva” di Caraglio deve rimanere chiuso al
pubblico. Così si
legge nelle motivazioni con cui il giudice per le indagini preliminari, Daniela
Rita Tornesi, ha convertito da sequestro probatorio in sequestro preventivo
(cioè da chiusura per assunzione di eventuali prove prima del processo a misura
cautelare reale, per evitare altri illeciti e reati) il biolago dell’ex polveriera
in frazione Bottonasco, dove mercoledì 17 luglio è annegata Anisa Murati, 7
anni di Demonte, lì con il centro estivo della Parrocchia.
Il biolago è pericoloso
Il bacino è pericoloso e non balneabile secondo il gip, “perché fin dall’apertura non presentava, e non presenta tutt’ora, le più elementari misure di sicurezza contro il rischio di annegamento dei bagnanti”. Tali misure sarebbero sì state descritte nel progetto esecutivo e inserite nel capitolato d’appalto dell’impresa che si è aggiudicata i lavori, ma non sono mai state realizzate. Addirittura, eliminate nella fase di esecuzione dell’opera, attesta ancora la Procura.
Le indagini hanno finora messo in luce la completa assenza di un’adeguata segnaletica per indicare il passaggio, dalla zona profonda 1 metro e 20 a quella di massima profondità (3 metri), attraverso un brusco gradone inclinato su una superficie scivolosa, che non si può vedere a causa dell’acqua torbida. Le due zone non sono separate da barriere o galleggianti. E inoltre il fondo non è chiaro come si dovrebbe, alla pari delle piscine, per consentire ai bagnini e ai soccorsi di poter individuare in profondità anche il corpo di un bambino in caso di incidente in acqua.
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