Al Sig. Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria
Pres. Bernardo Petralia
ROMA
e, per conoscenza
Al Vice Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria
Cons. Roberto Tartaglia
ROMA
Al Direttore Generale del Personale e delle Risorse
Dott. Massimo Parisi
ROMA
OGGETTO:Obbligo di Green pass presso le M.O.S. e interpretazioni anomale della norma.
Egr. Presidente,
sottoponiamo alla attenzione della S.V.I. tutte le perplessità generate dall’ultima circolare diramata dalla Direzione Generale del Personale e delle Risorse, in merito all’obbligo di utilizzo del green pass nelle Mense di Servizio, anche rispetto alle innumerevoli contestazioni che (giustamente) pervengono dalle nostre articolazioni territoriali.
Preliminarmente, da un punto di vista prettamente giuridico non si comprende come si possa essere giunti all’interpretazione che una Mensa Obbligatoria di Servizio possa in qualche modo essere assimilabile ad un’attività di ristorazione pubblica. Perché è evidente, almeno per noi, che i contenuti del D.L. n°105/21 facciano riferimento alle attività commerciali pubbliche e non certo alle mense dei servizi, peraltro notoriamente considerati essenziali. Ed ancora, in punto di diritto, non appare plausibile che un qualsiasi parere e/o valutazione di un Dicastero, benché competente in materia di Sanità e Salute, possa in qualche modo sostituirsi all’interpretazione di una norma (modificandola di fatto) licenziata dal Governo, nella sua interezza.
Sotto il profilo organizzativo e logistico, ci permettiamo di sollevare il paradosso del take-away contemplato nella circolare in questione, ovvero l’ipotesi in cui un agente di Polizia penitenziaria non sia in possesso della certificazione necessaria e, per questo, sarebbe fornito di “pasto a sacco” da consumare fuori dalla mensa.
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Sul punto gli interrogativi possono essere diversi, ma ci limitiamo a proporne alcuni, per le necessarie, quanto dovute, riflessioni:
- Ci si è chiesti se gli Istituti e Servizi penitenziari sono dotati di appositi spazi per la consumazione del pasto all’aperto?
- Si è fatta una accurata riflessione sulle ricadute che queste determinazioni potrebbero avere sul servizio, ribadiamo di Mensa Obbligatoria?
- Direttori e Comandanti possono obbligare un agente a consumare il pasto su un luogo di fortuna, magari anche esposto alle attuali temperature?
Questi sono solo alcuni dei quesiti che il personale ci ha giustamente rappresentato, rispetto ai quali qualche risposta bisognerebbe fornirla.
Si ritiene peraltro utile ipotizzare di sostituire il supposto servizio di asporto con la fornitura del buono pasto onde evitare un ulteriore decadimento della qualità del cibo fornito e consentire al personale interessato di meglio gestire questa difficoltà derivante da norme la cui applicazione si scontra con la realtà logistica dei luoghi di lavoro interessati.
Viene da evidenziare anche che le limitazioni anche all’uso delle palestre non è estesa ai detenuti proprio in virtù della contiguità che questi hanno tra di loro come comunità. Premesso quanto sopra e tenuto conto delle problematiche sin da subito generate dalla circolare diramata il 14 u.s., laddove non si ravvisi la possibilità di una revoca della stessa, si chiede alla S.V. di procedere ad una necessaria integrazione con precise modalità su dove e come deve consumare il pasto il personale interessato, nel senso di contestualizzare ed armonizzare meglio le disposizioni all’interno dei nostri servizi, a nostro avviso, chiaramente non assimilabili ad esercizi commerciali pubblici.
Restando in attesa di urgentissimo riscontro, cordiali saluti.
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