Nell'incontro tenutosi oggi a Venezia Mestre, Electrolux ha
chiarito le ricadute occupazionali in Italia del nuovo piano industriale di
riorganizzazione in atto.
A Porcia e a Forlì, dove è in corso il contratto di solidarietà,
abbiamo un esubero fra gli operai rispettivamente di 95 e di 70 persone; la
maggior parte delle eccedenze deriva dal calo dei volumi, mentre circa una
decina dal nuovo piano di riorganizzazione. Per quanto riguarda gli altri
stabilimenti, fra gli operai a Solaro abbiamo 5 esuberi, a Cerreto 13 e a
Susegana 17. Quindi in italia fra gli operai contiamo 199 esuberi.
Fra gli impiegati, invece, abbiamo 5 esuberi a Cerreto, 5 Solaro,
30 Susegana, 73 Porcia, 38 Forlì, 13 Pordenone, 10 sales localizzati
prevalentemente in provincia di Milano. Quindi in italia fra gli impiegati
contiamo 174 esuberi.
Electrolux ha dato la disponibilità a escludere i licenziamenti
coatti e a gestire le suddette eccedenze attraverso accordi di uscite
incentivate e subordinate al criterio della non opposizione individuale, quindi
quelle che comunemente vengono dette uscite volontarie. Tuttavia come sindacato
abbiamo avanzato alcune richieste per cui attendiamo risposte, quali: il ritiro
della dichiarazione di esuberi nello stabilimento di Solaro in quanto
contraddittoria rispetto alle intese pregresse; l’eliminazione della
obbligatorietà dell’uscita per chi può agganciare la pensione; la introduzione
del part time volontario e della ricollocazione interna come strumenti alternativi
di gestione degli esuberi; l’impegno a incrementare il novero delle postazioni
per i lavoratori con ridotte capacità lavorative; l’introduzione
dell’outplacement a supporto di chi sceglierà di uscire; la revisione in meglio
degli incentivi vigenti con una voce aggiuntiva per chi opta per l’uscita in
tempi brevi; il confronto mensile con i delegati di stabilimento su tutti gli
aspetti applicativi dell’accordo a partire dalle dinamiche produttive e
occupazionali.
Confidiamo che le questioni da noi poste possano ricevere risposta
positiva già al prossimo incontro del 5 febbraio.
In ogni caso diventa sempre più evidente la necessità di aprire un
tavolo del settore degli elettrodomestici con il Governo, per salvaguardare la
sopravvivenza stessa di un comparto votato alle esportazioni ma oggi in estrema
difficoltà a causa sia della contrazione di mercato sia degli incrementi dei
costi.
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